L’aria di Monza e dell’intera Brianza? Sempre molto inquinata. La conferma arriva per l’ennesima volta da una delle stazioni di rilevamento di Arpa Lombardia collocata in via Machiavelli, nel quartiere monzese san Giuseppe. Nella giornata di martedì 25 la quantità di PM 10 ha toccato 76 mg/m3 superando il valore limite di 50 mg/m3. La media di PM 2,5 è stata di 55 mg/m3 . I dati non sono ancora stati validati definitivamente dall’Unità Operativa Qualità dell’aria ma suonano, comunque, come un campanello di allarme.
È segnato in rosso – e non fa ben sperare – l’Indice di qualità dell’aria (Iqa), con la dizione “Molto scarsa”.
Sulla questione interviene Flavio Galbiati, noto meteorologo brianzolo, laureato in fisica dopo aver frequentato il Liceo scientifico Paolo Frisi di Monza.
«La situazione è molto seria – esordisce – e la popolazione deve essere informata su quanto sta accadendo. In questi giorni le concentrazioni di PM 10 e PM 2,5 sono elevatissime. Le autorità locali dovrebbero intervenire per informare correttamente, oltre ad aderire ai protocolli di misure antismog ed effettuare i controlli del caso».
Anche i cittadini comuni, comunque, possono e devono fare la loro parte.
«I cittadini – prosegue Galbiati – devono rispettare regole e divieti in vigore, come ad esempio l’uso di riscaldamento a biomassa legnosa, e poi ci sono dei comportamenti virtuosi da tenere quali un minor utilizzo dell’automobile e lo spegnimento del motore quando il veicolo è fermo».
Per cercare di proteggersi dagli effetti dell’inquinamento uno dei consigli di Galbiati è di evitare di fare attività sportiva nelle ore in cui la nebbia è più fitta.
«La nebbia – spiega – si forma per la presenza dell’alta pressione, ma proprio la stabilità atmosferica, l’assenza di precipitazioni e l’inversione termica provocano l’accumulo degli inquinanti».
Quindi, per non rischiare di ammalarsi sarebbe meglio lasciare ai protagonisti dei quadri la sensazione di essere “un viandante sul mare di nebbia”.