Altri due arresti per il pestaggio di un direttore tecnico nel cantiere dell’Alta Velocità di Montebello Vicentino. Dopo i tre italiani, già noti alle forze dell’ordine, considerati i presunti autori materiali, fermati lo scorso 20 settembre, martedì 6 febbraio, i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Vicenza, con il supporto dei militari delle Compagnie di Milano-Porta Magenta e di Sesto San Giovanni, hanno eseguito ulteriori due ordinanze di custodia cautelare in carcere a Milano e Paderno Dugnano, provvedimenti emessi dal G.I.P. del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale Berico.
Pestaggio con una mazza nel cantiere Tav: altri due arresti dopo i tre di settembre
Si tratta anche in questo caso di due italiani, di 64 e 48 anni, considerati il reale ideatore e mandante della spedizione punitiva e il tramite fra il primo e gli esecutori materiali della spedizione punitiva. La vittima, di una Spa di Roma, era stata colpita violentemente, “per almeno undici volte, con una mazza da baseball” tanto da rimediare gravi lesioni. Il movente sarebbe riconducibile, verosimilmente, “a interessi finanziari e potere di condurre appalti nel mondo imprenditoriale”.
Pestaggio con una mazza nel cantiere Tav: arrestati il presunti mandante e il “tramite” con gli esecutori
Da quanto appurato attraverso le indagini, il presunto mandante, già noto alle forze dell’ordine: “quale amministratore di fatto di una società sub-appaltante operante nel cantiere del TAV – dice l’Arma – dopo il rifacimento di lavori relativi alla posa in opera del ferro di armatura, a seguito di contestazioni della ditta appaltante che aveva rilevato delle difformità sulla base delle indicazioni progettuali e che si era rifiutata di dare il consenso a delle variazioni contrattuali per consentire un pagamento maggiore (circa 350.000 euro)”, avrebbe “ideato e organizzato l’agguato del 2 maggio scorso a Montebello Vicentino”.
Sempre dalle indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo Investigativo sarebbe emerso che gli stessi indagati avrebbero: “pianificato un’altra spedizione punitiva, questa volta ai danni di un imprenditore edile lombardo, proprio con lo stesso movente”.