Peso Positivo, a Monza il confronto sui disturbi alimentari

Una serata a Monza nell'ambito del progetto Peso Positivo con esperti che hanno approfondito i disturbi del comportamento alimentare.
Monza serata Peso Positivo
Monza serata Peso Positivo

L’argomento è stato trattato sotto punti di vista diversi. Con “Parole leggere”, come voleva il titolo della serata, ma capaci di cogliere il bersaglio. Il progetto Peso Positivo, realizzato dal Fondo per l’Anoressia Famiglia Peppino Fumagalli, depositato presso la Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, ha voluto organizzare mercoledì sera al teatro Triante un momento di incontro e di confronto sull’importanza della prevenzione dei Dca, i disturbi del comportamento alimentare.

Peso Positivo: “I comportamenti si manifestano dopo che si sono strutturati nel pensiero”

Anoressia e bulimia sono, come ha ricordato Letizia Caccavale, monzese, presidente del consiglio per le pari opportunità di Regione Lombardia, la seconda causa di morte tra i giovani dai 12 ai 25 anni e coinvolgono per il 90% bambine e ragazze. Prevenirle non è facile.

L’esordio di questi disturbi è subdolo – ha sottolineato Anna Ogliari, professore associato in psicologia clinica, responsabile del servizio di psicopatologia dello sviluppo all’ospedale san Raffaele Turro – i comportamenti si manifestano dopo che si sono già strutturati nel pensiero. In pratica, prima si formano i pensieri nella testa e poi si rendono visibili agli occhi altrui”.

Peso Positivo: i segnali di un problema

I fenomeni più evidenti sono i cambiamenti nel comportamento alimentare, il modo di sedersi a tavola e di guardarsi allo specchio, la voglia quasi ossessiva di fare attività fisica. E poi la tristezza, la rigidità, il desiderio di isolarsi. Comportamenti, questi ultimi, che spesso si tende a confondere con le “classiche” abitudini adolescenziali e, quindi, fanno  ritardare l’intervento di un esperto.

Peso Positivo: i disturbi del comportamento alimentare in età infantile

Non sono rari, però, gli esordi dei Dca in età infantile, come evidenziato da Renata Nacinovich. Neuropsichiatra infantile, responsabile clinica Npia Asst Monza-Università Bicocca: “Ci sono casi di bambini di 10-11 anni. Talvolta alla base c’è un problema di distorsione della propria immagine corporea. Altre volte a ciò si associa un semplice incidente occorso a tavola come un alimento andato di traverso o che ha fatto male. Nella testa del bambino si formano pensieri del tipo: vorrei mangiare, ma se mangio soffoco o vomito. E poi c’è la paura di crescere. Quante volte ci siamo sentiti dire: mangia così diventi grande! Quei bambini non mangiano per non diventare grandi.”

Peso Positivo: il lockdown

Il lockdown ha provocato un aumento del 30% di casi di Dca in tutta Europa. “I Dca sono malattie gravi la cui cura può durare anni e anni – ha precisato Stefano Erzegovesi, psichiatra e nutrizionista – alla base ci sono meccanismi ossessivi che si autoalimentano. Prima si scoprono meglio è. Per questo l’informazione è fondamentale”.

Peso Positivo: le “influencer” Bea e Giulia

Bea e Giulia, studentesse poco più che ventenni che hanno conosciuto la problematica, sono diventate le “influencer” di Peso positivo e portano la loro testimonianza (approvata da un comitato scientifico) sui canali social del progetto.