“Il lavoro abilita l’uomo”. Lo fa crescere. Lo responsabilizza. Rappresenta un’opportunità di sviluppo: della persona, delle competenze già acquisite e di quelle ancora da conquistare. Aiuta a uscire dal guscio, a confrontarsi con una nuova realtà. Sul posto di lavoro ci si mette in gioco: quella che può prevalere durante le ore lavorative è una parte del sé differente da quella che emerge nel tempo libero o a contatto con i familiari. Si può scoprire di essere, e di agire, in maniera inaspettata: con determinazione, precisione, impegno e senso del dovere. Succede soprattutto se a mettersi alla prova in questo mondo sono le persone con disabilità. Ed è proprio sulla ricerca e sulla scoperta di sé e delle proprie potenzialità in un’ottica formativa ed educativa che si fondano i presupposti del tavolo provinciale dedicato al lavoro, avviato nel gennaio 2020 con il sostegno della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza, in connessione e come evoluzione delle attività promosse dal progetto TikiTaka nell’ambito dei laboratori, i “lab”, dedicati alle “Attività produttive e cittadinanza attiva” (per l’ambito di Monza) e “Cittadinanza attiva e vivere la città” (per l’ambito di Desio). Un tavolo che coinvolge una ventina di differenti realtà: professionisti al lavoro nei settori del pubblico e del privato, volontari, imprenditori, persone con disabilità e familiari.
“Abbiamo creduto molto nella messa a sistema di azioni dedicate al tirocinio inclusivo e alla promozione della possibilità, per le persone con disabilità, di partecipare ad attività di volontariato – ha spiegato Marta Petenzi, segretario generale della Fondazione MB –. Come per il tavolo dedicato all’abitare per le persone con disabilità, anche in questo caso la Fondazione si fa portavoce di un modus operandi che si differenzia dalla più tradizionale attività erogativa e che si concentra, invece, su azioni di rete e sulla collaborazione tra soggetti pubblici e del privato sociale”.Tirocini finalizzati all’inclusione sociale, allo sviluppo dell’autonomia delle persone e alla loro riabilitazione: rivolti ai cittadini, si legge sul sito di Regione Lombardia, sono strumenti “a disposizione degli operatori dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari” che favoriscono “l’inclusione sociale delle persone portatrici di diverse fragilità”.
Il tirocinio non costituisce rapporto di lavoro: si realizza sulla base di un progetto che definisce gli obiettivi da raggiungere e quali modalità utilizzare per arrivarci. Viene concordato tra il tirocinante e la realtà che lo ha in carico (in qualità di soggetto promotore) e l’azienda (nelle vesti di soggetto ospitante). Grazie alla nuova disciplina entrata in vigore nel 2016, il tirocinio può contare non solo su una maggiore durata temporale, ma anche sulla possibilità, eventualmente, di essere ripetuto. “Il lavoro abilita l’uomo” ha intercettato e coinvolto nove enti del terzo settore, 150 persone con disabilità, 22 famiglie e 28 aziende. Dal 2016 al 2017 sono stati attivati complessivamente 200 tirocini di inclusione sociale (con riferimento al solo ambito di Monza) che hanno coinvolto 87 persone e portato a 15 assunzioni. (testo tratto da rubrica mensile “Il Bello della Comunità” in collaborazione con Fondazione della Comunità di Monza e Brianza in uscita ogni ultimo giovedì del mese su “Il Cittadino”).