Una storia scritta con gli elettrodomestici, ma non solo. La Candy di Brugherio negli anni si è distinta anche per le sponsorizzazioni sportive e per la comunicazione. In fondo, due mondi non così diversi per fare arrivare il messaggio.
La prima esperienza sportiva è stata nel basket: dal 1965 al 1969 sulle maglie della Virtus Bologna che schierava un giovane Dado Lombardi. Poi la Formula 1: nel 1979 sulla livrea blu della Tyrrel di Jarier e Pironi. Il quarto posto nella classifica costruttori a fine stagione convinse a continuare la collaborazione fino al 1981, prima di passare alla Toleman e alla Ligier.
L’azienda brianzola poi si è buttata nel calcio e a cavallo degli anni ‘90 è stata main sponsor del Liverpool: il logo campeggiò sulle maglie rosse di Ian Rush e colleghi del club nelle vittorie di due campionati nell’88 e nel ’90, l’ultimo vinto (finora), in FA Cup (’92) e Charity Shield (’88).
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E poi la comunicazione. “La comunicazione di Candy Group accompagna lo sviluppo dell’azienda e fornisce oggi un flashback sull’evoluzione sociale, culturale, economica dell’Italia e dell’Europa”, si legge nel sito ufficiale.
Uno sviluppo con la donna al centro: prima liberata dalla fatica del bucato con un po’ più di tempo per se stessa, almeno nelle aspirazioni di un periodo in cui gli elettrodomestici sono ancora per pochi. Fino agli anni ’50 e ’60, con la prima lavabiancheria automatica, quando il messaggio delle pubblicità diventa di complicità: “Grazie Candy” e “Ho scelto. E’ Candy” sono claim celebri, entrati nella storia tanto quanto il più recente “Candy sa come si fa”.