I sindacati dei pensionati lombardi sono soddisfatti per le riaperture delle case di riposo, a seguito anche del confronto tra Regione Lombardia, enti gestori e organizzazioni sindacali, ma sottolineano che esistono ancora alcune criticità legate principalmente all’adeguamento dei documenti organizzativi delle singole strutture residenziali, alle specificità di alcuni tipi di strutture, così come al Patto di condivisione dei rischi che i visitatori dovranno sottoscrivere.
Per questo Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati Lombardia avanzano tre richieste precise: uniformità di comportamenti e di indicazioni tra le Ats, un modello standard per il Patto di condivisione dei rischi che escluda responsabilità dirette per le famiglie e il tampone gratuito e facilmente accessibile per i parenti che chiederanno di visitare gli ospiti.
“Ci auguriamo che finalmente, dopo oltre un anno di sofferenze, gli anziani possano ritornare ad incontrare i loro cari, ma perché le riaperture non rimangano solo scritte sulla carta, serve un intervento di Regione Lombardia che elimini ogni possibile impedimento sia di natura burocratica che economica” sottolinea Federica Trapletti – SPI Lombardia.
Sulla stessa lunghezza d’onda Serena Bontempelli – UILP Lombardia che afferma: “Il sindacato può dirsi soddisfatto per ora dei risultati che sembra siano scaturiti dal confronto leale con la Regione e con gli Enti, frutto anche della mobilitazione e della nostra raccolta firme per una riorganizzazione complessiva delle Rsa. Vedremo come gli impegni verranno declinati e continueremo a tenere alta l’attenzione su tutte le questioni aperte, affinché non si ripetano gli errori del passato” .
Punta al superamento di tutte le criticità Emilio Didonè – FNP Lombardia che osserva: “Dopo la pandemia alcune criticità di sistema delle RSA vanno affrontate. Ben vengano questi momenti di confronto con tutti i soggetti interessati coadiuvati da Regione Lombardia. Temi come il rafforzamento dell’assistenza domiciliare vanno affrontati senza pregiudizi, con la responsabilità e consapevolezza che il sistema della non autosufficienza va migliorato”.