Penati: «Non voglio prescrizioni» I Ds parte civile: «Danneggiati»

Avrebbe potuto rinunciare personalmente alla prescrizione davanti ai giudici, invece nell’udienza di lunedì mattina (con processo già fissato il 16 giugno) Filippo Penati in tribunale a Monza non si è presentato. In aula anche l’avvocato dei Democratici di sinistra, Gianluca Luongo, che ha presentato istanza di costituzione di parte civile.

Avrebbe potuto rinunciare personalmente alla prescrizione davanti ai giudici, invece nell’udienza di lunedì mattina (con processo già fissato il 16 giugno) Filippo Penati in tribunale a Monza non si è presentato. Il pubblico ministero Franca Macchia ha chiesto che il collegio giudicante dichiarasse l’intervenuta prescrizione dopo l’entrata in vigore della «legge anticorruzione», nello specifico per i reati di «concussione per induzione» contestati sugli appalti delle aree ex Marelli ed ex Falck di Sesto. L’avvocato di Penati, Matteo Calori, ha detto di non potersi opporre alla richiesta della Procura, poiché presentata «non già in fase processuale» e ha aggiunto che nel caso la prescrizione venisse dichiarata (la decisione è stata rinviata a lunedì) «faremo opposizione, ma in Cassazione». Filippo Penati ha precisato: «Sarò in aula durante il processo, oggi no perché non era necessaria la mia presenza, in quanto le questioni erano di carattere tecnico e queste erano di competenza dei miei legali». «Di solito – ha aggiunto – è l’imputato a chiedere la prescrizione, oggi invece, in maniera inusuale, l’ha fatto la pubblica accusa. Di fronte a questa richiesta i miei legali, su mia richiesta, si sono opposti. Nel caso in cui venisse comunque accolta la richiesta dei Pm, ho dato fin d’ora mandato ai miei legali di ricorrere in Cassazione al fine di ottenere lo svolgimento del processo.» In aula anche l’avvocato dei Democratici di sinistra, Gianluca Luongo, che ha presentato istanza di costituzione di parte civile contro Penati. «Viene contestato un finanziamento illecito percepito dai Ds, e noi vogliamo sostenere la correttezza dell’operato del partito». Nel mirino Penati e Antonino Princiotta, ex segretario generale della provincia di Milano, anche lui imputato, ma ha anche attaccato Piero Di Caterina, l’imprenditore che ha dato il via all’inchiesta.