Pd e LabMonza contro il Rally nel parco: «Scempio nei boschi, tracciato su pista»

I consiglieri di Pd e LabMonza duri contro il Rally di Monza nel Parco: da cancellare senza tracciato su tratti asfaltati, come fino al 2020.
Rally di Monza 2023
Rally di Monza 2023

L’autodromo dovrebbe cancellare dal calendario il Rally di Monza a meno che non disegni il tracciato sui tratti di pista asfaltati, come accadeva tra il 1985 e il 2020.
È la richiesta dei consiglieri comunali di Pd e LabMonza dopo «lo scempio» provocato nei boschi dal passaggio delle auto che l’1 e il 2 dicembre hanno partecipato alle prove che si sono svolte su un percorso per oltre il 50% sterrato.

Pd e LabMonza contro il Rally nel parco: «Scempio doppiamente grave»

«Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti – commentano gli esponenti del centrosinistra – non solo la manifestazione ha suscitato le rimostranze degli ambientalisti, ma ha deluso le aspettative degli organizzatori e del pubblico mentre i piloti hanno fatto notare che i ripetuti passaggi sulla parte sterrata hanno trasformato il rally in una insostenibile gara di fuoristrada e causato il ritiro di oltre il 40% degli equipaggi».

«Lo scempio è doppiamente grave – aggiungono i consiglieri comunali – perché quelle aree hanno subito negli ultimi due anni enormi ferite ambientali: prima la siccità e poi le bufere che hanno distrutto migliaia di alberi. Il Parco è un patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico-artistico di rilevanza internazionale e va tutelato anche nelle aree in concessione».

Pd e LabMonza contro il Rally nel parco: «Adempimento delle misure compensative»

I concessionari, proseguono, dovrebbero garantire «un impegno concreto e continuo, attenzioni e cure che vadano oltre la mera adesione alla lettera degli atti e che si traducano in una reale sensibilità per il contesto ambientale». Pd e LabMonza chiedono «l’adempimento rigoroso e tempestivo delle misure compensative indicate dagli organizzatori, che vadano a sanare anche quelle, mancate, delle edizioni passate» oltre alla «massima vigilanza» da parte delle istituzioni deputate a verificare la compatibilità della competizione con il Parco «per evitare che si ripeta quanto accaduto».