Una sanzione da 1.242,88 euro: è questo l’importo che si è visto recapitare un cittadino in seguito al ritardato pagamento della seconda rata degli oneri comunali. Un importo da versare al Comune, conseguenza del cambio di destinazione d’uso di un immobile di 500 metri quadrati, passato dall’utilizzo artigianale a quello commerciale. «Data la momentanea impossibilità economica di pagare i 6.252,25 euro richiesti dal comune di Lissone – dice l’artigiano – Ho preso tempo riuscendo comunque a racimolare in 20 giorni la cifra richiesta per saldare il mio debito».
A distanza di qualche mese la sorpresa: per i venti giorni di ritardo si è visto recapitare a casa l’ingiunzione di pagamento da 1200 euro «Che mi ha gettato nello sconforto più totale».
Il comune ha semplicemente applicato una legge, l’Articolo 42 del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia che riguarda il ‘ritardato od omesso versamento del contributo di costruzione’ (legge 28 febbraio 1985, n. 47, art. 3).
Che prevede in caso di mancato versamento, nei termini stabiliti, del contributo di costruzione un aumento del contributo in misura pari al 10 per cento qualora il versamento del contributo sia effettuato nei successivi centoventi giorni e del 20 per cento quando si protrae non oltre i successivi sessanta giorni.
In questo caso i conti non tornano: sull’importo di partenza di 6.252,25 euro è stata infatti applicata una sanzione superiore al 10% (per l’esattezza il 19,9 %). Se, come dice, l’artigiano ha versato il dovuto entro venti giorni la multa riveduta e corretta sarebbe dovuta essere di 625,225 euro: praticamente la metà.
«Mi auguro di risolvere nel più breve tempo possibile la questione con il comune, in caso contrario ricorrerò al Tar» dice. Eventualità per la quale ha tempo fino al 10 di luglio e che permetterebbe di avviare degli accertamenti che attestino se l’importo della multa sia corretto.