Orsan chiede al governo di lasciar decadere l’obbligo di mascherine in ospedali e rsa

Il presidente Dario Francolino racconta la stanchezza dei familiari degli ospiti nelle strutture, costretti a nascondersi anche semplicemente per bere un caffè con i loro cari
Una rsa brianzola
Una rsa brianzola

Il prossimo 31 ottobre decadrà l’obbligo delle mascherine anche negli ospedali e rsa. Una data attesa soprattutto dai famigliari dei pazienti degli ospedali e degli ospiti delle case di riposo e delle residenze per disabili. A nome di tutti loro Dario Francolino, presidente del comitato Orsan (Open rsa now), nato durante i mesi della pandemia, ha deciso di rivolgersi al nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, per chiedere che non venga rinnovata l’ordinanza sulle mascherine in scadenza il 31 ottobre. «Chiediamo di poter rientrare nelle stanze dei nostri anziani perché oggi siamo costretti ancora a nasconderci. E loro non hanno tempo per vivere sequestrati». La richiesta dei familiari è quella di poter ricominciare a incontrare i proprio cari ospiti delle rsa direttamente nelle loro stanze, faccia a faccia, nell’intimità della loro camera, senza altri intorno. «Non siamo appestati da relegare negli spazi comuni o all’esterno delle strutture», ha aggiunto Francolino.

Orsan: Francolino si rivolge a Meloni e Schillaci

Dopo aver interloquito durante i mesi più duri della pandemia con Roberto Speranza, oggi Francolino si rivolge direttamente al neoministro della Salute, Orazio Schillaci, e alla premier. «Il comitato Orsan a nome di tutti i familiari degli anziani ricoverati nelle residenze sanitarie assistite di tutta Italia, chiede che dall’1 novembre cadano tutti i divieti e le restrizioni ancora oggi anacronisticamente presenti delle rsa. È inaccettabile che con ospiti che hanno ormai ricevuto la quinta dose di vaccino, e con una situazione tornata alla normalità praticamente in tutta Italia, esistano ancora angherie che non ci consentono di consumare pasti, di mangiare un gelato o bere un caffè in struttura con i nostri cari».

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Una situazione quella denunciata da Francolino, che ha intrapreso la sua battaglia nel nome di sua mamma ricoverata in una rsa della Brianza, ormai non più sostenibile. «Oggi noi familiari facciamo comunque queste cose: mangiamo un gelato o beviamo un caffè con i nostri familiari ricoverati, ma lo facciamo di nascosto, dietro le pareti o dietro gli alberi. Abbassiamo la mascherina quel tanto che basta per far gustare ai nostri genitori una spremuta d’arancia o una caramella. Ora però è tempo di ritornare nelle loro stanze. Da marzo 2020 non abbiamo più un momento di privacy con loro, non possiamo entrare in stanza per vedere cos’hanno negli armadi. Al nuovo governo chiediamo che si occupi anche dei nostri anziani e dei disabili ricoverati».