Cade la pista passionale per l’omicidio di Paolo Vivacqua. La corte d’assise di Monza ha assolto l’ex moglie dell’imprenditore siciliano ammazzato nel suo ufficio di via Bramante a Desio il 14 novembre 2011, la 49enne Germania Biondo, difesa dall’avvocato Manuela Cacciuttolo.
Condannati all’ergastolo Antonino Giarrana e Antonino Radaelli, accusati in qualità di esecutori materiali, e a 23 anni Diego Barba, rimasto a questo punto l’unico mandante, e Salvino La Rocca, nel suo ruolo di mediatore e reclutatore dei killer. La sentenza è stata pronunciata nel tardo pomeriggio di mercoledì, dopo 8 ore di camera di consiglio.
I giudici hanno stabilito una provvisionale di 50mila euro ciascuno a favore dei tre figli, della moglie di uno di questi, e della nuova compagna della vittima. L’ex moglie era accusata di aver voluto la morte di Vivacqua perchè ferita dal tradimento del marito, e per motivi economici. Dalle perquisizioni nell’ufficio di Vivacqua dopo l’omicidio, sono scaturite le inchieste Carate Nostra e Seregnopoli, per fatti di corruzione legati ai Pgt dei due comuni brianzoli.