“Cari colleghi politici, siamo tutti responsabili”: è la convinzione di Paolo Piffer, consigliere comunale a Monza della lista Civicamente, che torna sull’omicidio di Monza in cui ha perso la vita Cristian Sebastiano per mano di due minorenni. Sullo sfondo, anzi, motivo, il mercato dello spaccio e il consumo di droga nel capoluogo di Monza.
“Quando qualche anno fa, e poi ancora qualche mese fa con l’attuale amministrazione, abbiamo portato all’attenzione dell’aula il tema della tossicodipendenza a Monza, siamo stati accusati di essere inutilmente allarmisti. ’Monza non è Milano’ disse un collega consigliere” dice Piffer sottolineando l’impegno degli ultimi anni sul tema, passato anche dalla proposta delle “Stanze salvavita”, spazi per la riduzione del danno in cui gli eroinomani siano sorvegliati nell’assunzione di droga. “Tutti i consiglieri che votarono contro la nostra proposta, in quell’occasione suggerirono di implementare i servizi già attivi come soluzione. All’epoca della votazione sul territorio c’erano attivi il servizio di drop in e dell’unita mobile rivolti alla grave marginalità. Sapete oggi cosa c’è di attivo? Nulla”.
“Quando poi succedono fatti come quello di domenica mattina, è inutile stupirci e scandalizzarci, perché siamo tutti responsabili” aggiunge il consigliere di minoranza e due volte candidato sindaco, ricordando: i servizi sono figli del bilancio comunale, quindi i risultati sono quello che l’amministrazione pubblica decide per la città. E poi un riferimento alle attività comunali, concentrate secondo la comunicazione ufficiale sulla repressione dello spaccio: “Se una ragazza di 16 anni decide di prostituirsi in cambio di una pallina di cocaina, arrestare lo spacciatore al giardinetto è l’ultima delle azioni da pianificare, è molto più importante capire perché una giovane donna decide di fare questo. Dopo poche ore dall’arresto ci sono già altri spacciatori pronti a sostituire l’arrestato, non si risolve nulla. Le forze dell’ordine hanno tutta la mia stima, fanno bene a fare il loro lavoro e a far rispettare la legge, la politica però dovrebbe intervenire sulla domanda e non sull’offerta della sostanza. Ma questa strategia è più complicata e richiederebbe più tempo, servirebbe lungimiranza, il politico invece ha bisogno di raccogliere subito i frutti dei suoi interventi, poco importa il resto”.
Allora l’appello: servono progetti di prevenzione, sensibilizzazione, riduzione del danno, ritiene Piffer, “non possiamo aspettare il governo o la regione, tocca a noi. Se per ignoranza, pigrizia o paura non provi a governare una fenomeno come quello della tossicodipendenza , ne saremo tutti molto presto travolti. Basta ipocrisia”.