Ogni anno 400 piante abbattute, pochi soldi: il parco di Monza invecchia

Il più grande parco cintato d’Europa invecchia, raccontano gli agronomi di Monza: ogni anno vengono abbattute per varie ragioni 400 piante, ma i soldi per il rimboschimento scarseggiano. «È un parco che invecchia».
Ogni anno 400 piante abbattute, pochi soldi: il parco di Monza invecchia

«Pronti 20 milioni da mettere nel parco». Così ha annunciato il Governatore della Lombardia Roberto Maroni, la scorsa settimana, dalle colonne del Cittadino. Venti milioni di euro è più di quello che la Regione ha investito per il restauro di Villa Reale, più di quanto occorrerebbe per recuperare completamente al reggia (ala nord compresa), più di quanto il parco non abbia mai ricevuto in dote. Finanziamenti che potrebbero interessare soprattutto progetti per l’autodromo.

Ma i 700 ettari del parco cintato più grande d’Europa avrebbero un bisogno disperato di quello stanziamento che manca al parco da vent’anni. Era infatti il 1995 quando arrivarono al parco 23 miliardi di lire con la legge 40: «Riusciremmo a spendere 20 milioni solo per interventi sul verde- spiegano Augusto Sanvito e Stefano Monti, gli unici due agronomi in servizio al parco- perché la verità è che da anni per il parco si stanziano 350mila euro per la manutenzione ordinaria, ma non ci sono fondi per interventi straordinari».

Una cifra su tutte: ogni anno sono abbattute nel silenzio generale 400 piante perché vecchie, malate, pericolanti. Non ci sono i fondi per sostituirle. «Un parco che invecchia- spiega Monti- ha bisogno di essere rinnovato, occorrerebbe poter programmare gli interventi, censire le piante, intervenire su alcune patologie che con trattamenti ad hoc potrebbero evitare l’abbattimento».

Per curare gli ippocastani dalla Cameraria Ohridella occorrerebbero 20mila euro all’anno che non ci sono, altrettanti per lo oidio della quercia. Mancano fondi anche per i giardini reali dove da luglio ad occuparsi del verde non è più una società esterna, ma i cinque operai in servizio al Consorzio. Da quando la gestione è diretta la situazione è migliorata, si interviene più velocemente, ma la forza lavoro è ridotta ai minimi termini e c’è chi ricorda che solo una decina di anni fa il personale a libro paga era quasi il triplo. Nonostante la difficile situazione economica qualche progetto straordinario arriva in porto: quest’anno sono stati sostituiti 180 platani lungo viale Cavriga, altri 120mila euro sono arrivati dalla provincia e serviranno per il miglioramento delle fasce boscate e il contenimento delle piante infestanti.

«Si tratta però -spiegano i tecnici- di interventi spot che dovrebbero essere estesi e mantenuti nel tempo».

Poi c’è la variabile tempo che quest’anno ha messo in ginocchio il parco: l’esondazione del Lambro ha prosciugato le casse e i 20mila euro di avanzo sono stati subito spesi per un intervento d’urgenza lungo le sponde. Infine c’è da mettere in conto anche gli interventi sul verde che dovrebbero essere in carico dei grandi concessionari, ovvero golf e autodromo. Il condizionale è d’obbligo perché se il Golf negli ultimi anni ha provveduto alla parziale ripiantumazione delle essenze abbattute per malattia, nell’area dell’autodromo si taglia, ma nessuno ha mai provveduto a mettere a dimora le piante abbattute.