Lesioni, violenza privata e sequestro di persona tra parenti. I tre imputati, due fratelli di Nova Milanese e un loro familiare, avrebbero immobilizzato, malmenato e minacciato un loro parente ritenuto responsabile di un ingente furto avvenuto nella loro abitazione. Una storia molto particolare, tutta de decifrare e con molti lati oscuri. Intanto c’è il grande mistero del furto in casa, mai denunciato.
Un furto clamoroso, visto che secondo le ricostruzioni avvenute in udienza si parla di un “colpo” da 280.000 euro. Non proprio bruscolini. Contanti che erano custoditi in una cassaforte all’interno della casa di uno degli imputati. Un fatto che sarebbe alla base di ciò che successivamente si è scatenato. Una vera e propria Faida tra parenti.
Il 13 agosto del 2014 la situazione è esplosa come ha raccontato in aula la parte offesa, nipote dei due fratelli imputati: “Il giorno prima – ha raccontato la vittima del pestaggio – ci eravamo visti in Puglia per il funerale della nonna. Sembrava tutto tranquillo. Non mi sarei mai aspettato niente del genere. Ci siamo rivisti il 13 agosto nel bar gestito dal genero (estraneo alla vicenda penale) che convive da una decina di anni con la figlia di mio zio. Mi hanno portato nel retro del bar, mi hanno gettato a terra, prendendomi a calci, pugni. C’erano anche delle bottiglie di benzina. L’ho capito dall’odore e ho temuto che volessero gettarmi il carburante addosso. Mi sono difeso, dando dei pugni e sono riuscito a scappare da sotto la claire che era un po’ sollevata. Mi sono intrufolato e sono scappato via”.
Ma la fuga non è durata molto a lungo: “Ho raggiunto la filiale della Unicredit – ha raccontato – dove speravo che magari qualche telecamera mi potesse inquadrare. Mi hanno raggiunto cercando con la forza di farmi salire a bordo della loro macchina. Ma mi sono difeso e a un certo punto ho visto passare un mio amico e gli sono corso contro. Sono salito con lui e gli ho detto di allontanarsi rapidamente e siamo andato in caserma dei carabinieri a Nova Milanese dove ho denunciato il fatto”.
Tutta colpa della convinzione degli imputati che il nipote sia responsabile in qualche modo del sensazionale furto avvenuto nella loto abitazione: “Mi avevano accusato di avergli portato via i soldi dalla cassaforte. Mi avevano detto di avere sospetti anche su altre persone, ma poi evidentemente hanno pensato a me. Ma io onestamente non ne sapevo proprio nulla. Non capisco il motivo per cui se la siano presa con me. Non c’entro nulla. Abbiamo sempre avuto un buon rapporto e sono rimasto sorpreso che abbiano incolpato proprio me. Mio zio, anche nei giorni successivi, ovunque mi incontrasse mi minacciava pesantemente mostrandomi anche la pistola”.