Più il Governo taglia le risorse ai comuni, più i sindaci sono costretti ad aumentare i tributi locali: l’allarme è lanciato dalla Cgia di Mestre che ha calcolato quanto costerà a ogni abitante dei capoluoghi di provincia l’ultima puntata della spending review. Cosenza, Napoli e Siena, affermano i tecnici del centro studi, sono le città più penalizzate dalla scure dei ministeri: nel 2015 la giunta di Cosenza otterrà dalla ripartizione del fondo di solidarietà 3.689.278 euro in meno rispetto allo scorso anno, pari a una riduzione di 54 euro per abitante. La cifra totale è ben più maggiore a Napoli, dove arriveranno 50.822.659 euro in meno con una contrazione di 51 euro per residente. Lo stesso taglio pro capite colpirà Siena dove, però, il calo delle risorse sarà di 2.744.875 euro.
A Monza andrà un po’ meglio: la giunta Scanagatti dovrà rinunciare a 31 euro per abitante per un totale di 3.763.445 euro. A Roma, nonostante, il mancato trasferimento di oltre 46 milioni la contrazione per ogni cittadino sarà di 16 euro che scenderanno a 15 a Fermo e a 14 a Crotone e a Lanusei dove il mancato trasferimento nelle casse comunali sarà di soli 76.439 euro.
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«Con meno soldi a disposizione – spiega il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – è quasi certo che i sindaci saranno costretti ad aumentare ulteriormente Tasi, Imu e Tari. Saranno penalizzate le famiglie e soprattutto gli artigiani, i commercianti e i piccoli imprenditori: qando questi ultimi sono proprietari dell’abitazione principale e del negozio o del capannone dove lavorano, versano le tasse locali due volte: come cittadini e come operatori economici». La causa di tutto, aggiunge Bortolussi, va cercata nella riduzione di un miliardo e 500 milioni del fondo di solidarietà da parte dello Stato: i comuni, quindi, contribuiranno con il 38,22% del gettito Imu ad aliquota base ma riceveranno meno risorse.