Si stringeranno in una piazza del centro di Monza. Quale, ancora non è stato comunicato ufficialmente. Quando, con ogni probabilità, il prossimo weekend: quello del 14 e 15 dicembre.
LEGGI In piazza sabato 14 dicembre
«Stiamo sbrigando le ultime formalità burocratiche, poi lo faremo sapere a tutti». A parlare sono le Sardine di Monza e Brianza, che in questi giorni stanno preparando un flash mob sul modello di quelli che hanno riempito, nelle scorse settimane, le piazze delle principali città d’Italia.
«In un territorio come il nostro, dal tessuto sociale impregnato di odio, razzismo, discriminazione e pregiudizio, era doveroso esserci: per aprire gli orizzonti. Non si può delegare sempre tutto a Milano perché in Brianza non si hanno la forza, il coraggio o la volontà di esporsi», scrivono online sulla bacheca del gruppo che, in una manciata di giorni, è riuscito a coinvolgere oltre 1.200 persone.
Un gruppo che è nato solo poco più di una settimana fa: lo scorso venerdì, per la precisione, dall’incontro virtuale di una manciata di persone – impiegati, commerciali, articolisti e insegnanti dai venti ai quartant’anni – che hanno deciso di “non legarsi”, sull’onda di quanto è successo a Bologna su iniziativa del 32enne Mattia Santoni e di alcuni amici, che hanno ideato il movimento delle sardine con l’intenzione di arginare il centrodestra in occasione delle prossime elezioni regionali in calendario in Emilia Romagna alla fine del prossimo gennaio.
«Come per tutte le altre città, l’idea alla base del movimento è quella di creare comunità, di unire persone di ogni età, nazionalità ed estrazione sociale – spiegano le sardine brianzole – persone a cui l’idea di un leader unico e di un’onda distruttiva che crei separazioni, rotture, odio, intolleranza e isolamento non piace». La risposta? «Manifestare pacificamente e risvegliare coscienza critica, riempire le piazze per portare un messaggio che parli di solidarietà, accoglienza, rispetto, diritti, inclusione, non violenza e antifascismo».
I promotori del movimento monzese e brianzolo si stanno dando da fare per localizzare quanto più possibile le istanze: «Sembra sempre un territorio così chiuso, questo – spiega Luca che con Daniele, Alberto, Francesco e Oscar (solo nomi, nessun cognome per ora) ha promosso la nascita del gruppo – invece le numerose adesioni degli ultimi giorni ci stanno facendo riflettere. Siamo contenti della risposta positiva: desideriamo che i brianzoli si abituino a parlare e a prendere posizione senza avere il timore di farlo».