Nasce l’erbario del parco di Monza: 500mila euro per il primo inventario del 21° secolo

Due borsiste di ricerca in Scienze ambientali al lavoro al Parco di Monza per il primo erbario del 21° secolo.
Monza Ricercatori universitari Milano Bicocca impegnati nella catalogazione delle piante del parco per realizzare un erbario
Monza Ricercatori universitari Milano Bicocca impegnati nella catalogazione delle piante del parco per realizzare un erbario Fabrizio Radaelli

Sguardo a terra, gps, paletta e pinzette in mano, pronte a cogliere e catalogare erbe e piante dei giardini reali e del Parco di Monza. Sara Borghesan, 25 anni di Cinisello, e Federica Fasano, 24 anni di Bergamo, sono le due borsiste di ricerca in Scienze ambientali dell’università Bicocca che, da qualche settimana, stanno lavorando per realizzare il primo erbario del XXI secolo di Parco e Giardini.

Nasce l’erbario del parco di Monza: si chiamerà Herbarium Regium Modoetiensis

Si chiamerà Herbarium Regium Modoetiensis e sarà completato in un anno di lavoro con mille specie catalogate. Il progetto nasce da un bando grazie al quale la Reggia, come ente capofila, si è aggiudicata con i suoi partner, la Rete degli Orti Botanici della Lombardia e ReGiS – Rete dei Giardini Storici, un co-finanziamento da mezzo milione di euro dal Ministero dell’Università e della Ricerca nell’ambito delle Iniziative per la diffusione della Cultura Scientifica con il progetto “ScienzaViva”. Con le due borsiste di ricerca sono al lavoro anche il professor Rodolfo Gentili, docente di botanica generale in Bicocca e la dottoranda Lara Quaglini.

Monza Ricercatori universitari Milano Bicocca impegnati nella catalogazione delle piante del parco per realizzare un erbario
Monza Ricercatori universitari Milano Bicocca impegnati nella catalogazione delle piante del parco per realizzare un erbario

«I primi erbari nascono nel 500 – spiega Gentili – insieme alla moda degli orti botanici. Sul Parco e i Giardini di Monza i nostri punti di riferimento sono l’Erbario del Vicerè Ranieri, conservato presso il Museo di Storia Naturale e il catalogo delle piante presenti a Monza nell’Ottocento a cui ha lavorato anche Villoresi».

Nasce l’erbario del parco di Monza: accordo con Milano e Palazzo Reale

Grazie ad un accordo appena sottoscritto con il Comune di Milano e Palazzo Reale per la valorizzazione delle collezioni, tra gli obiettivi del progetto c’è infatti anche la comparazione tra l’erbario contemporaneo e quelli ottocenteschi per capire come mode e cambiamenti climatici abbiano influito sul patrimonio botanico di Parco e giardini.A rischio sono i carpini hanno sofferto più di altre specie la siccità di questi due anni, così come faggi, frassini e aceri.

«Abbiamo anche osservato – spiegano le ricercatrici – degli esemplari di Symphytum attaccato da parassiti».

Nasce l’erbario del parco di Monza: i cambiamenti climatici, piante scomparse e novità

Monza Ricercatori universitari Milano Bicocca impegnati nella catalogazione delle piante del parco per realizzare un erbario
Monza Ricercatori universitari Milano Bicocca impegnati nella catalogazione delle piante del parco per realizzare un erbario

Con i cambiamenti climatici poi sono le erbe le prime a sparire: difficile trovare esemplari di Cardamine Billeri e di Belladonna che i giardinieri del parco fino a qualche anno fa trovavano nell’area tra autodromo e golf. In compenso ci sono specie nuove, arrivate nel Novecento, soprattutto specie esotiche usate per ornare i giardini che sono diventate infestanti come la Reynoutria, l’Ailanthus, il Sicyos originario del Nord America.

Questo è il momento migliore per la raccolta di radici, fusto, foglie e fiori. Il parco è stato diviso in diversi habitat naturali: le zone boschive, i prati, le rive del Lambro, i muretti e i giardini.
«Una volta raccolti gli esemplari – spiegano le ricercatrici – li mettiamo con cura tra fogli di carta di giornale, intervallati da un cartoncino ondulato e poi sotto pressa. È un lavoro delicato perché i fogli vanno cambiati ogni giorno».

Nasce l’erbario del parco di Monza: come lavora il laboratorio nella cavallerizza

Il loro laboratorio di botanica è nella cavallerizza di Villa reale, in una delle stanze che avrebbero dovuto ospitare i Ministeri padani. Qui ci sono le presse e arriverà presto un microscopio per le osservazioni delle diverse specie. Una volta seccate foglie e fiori vengo messi sulla carta da erbario con una scheda tecnica che è una sorta di carta di identità della specie. Qui vengono riportati la data della raccolta, le coordinate del luogo, il nome di chi ha raccolto e di chi ha identificato la specie, l’habitat ed eventuali osservazioni. Dell’erbario faranno sicuramente parte i 32 alberi monumentali del parco, ma anche la collezione di agrumi storici della Villa e alcune varietà di rose del roseto, tra cui la “Bella di Monza”, creata da Luigi Villoresi.

«Quando il lavoro sarà completato – spiega il direttore del Consorzio Giuseppe Di Stefanovorremmo esporre in modo permanente l’erbario in una sezione di Botanica in Villa a disposizione di tutti. L’obiettivo del progetto è anche la divulgazione scientifica e dei percorsi per le scuole con cui abbiamo già aperto un dialogo».