È se il piromane fosse una ragazza? È una delle ipotesi al vaglio dei carabinieri, che stanno seguendo diverse piste, senza tralasciarne nessuna, per individuare “Nerone” ovvero la persona che tra giugno 2021 e gennaio 2022 ha dato fuoco ai portoni delle chiese di San Carlo, San Francesco e Santa Giuliana, ma che è anche sospettato di avere imbrattato per ben due volte con bestemmie e scritte blasfeme il santuario della Madonna del Castano, prima a metà agosto e poi a fine gennaio, un paio di giorni dopo l’ultimo atto incendiario. Il sospetto che possa trattarsi di una ragazza è sorto in seguito alla segnalazione di un lettore che, dopo avere visto il servizio e la foto del piromane la scorsa settimana, ha contattato il nostro giornale per mostrarci la fotografia, ripulita digitalmente, che era stata pubblicata sabato. In effetti analizzando il frame tratto dalle immagini catturate dalle telecamere della chiesa di San Carlo, ma anche riguardandone alcune altre tratte dai sistemi di videosorveglianza a San Francesco e da quelle di un’azienda che si trova di fronte alla Santa Giuliana, dall’immagine sembra emergere una figura femminile più che una maschile: questo almeno lascerebbero intuire la postura, le spalle piccole e arrotondate, e le mani affusolate.
Una pista da non scartare, insomma, ma che gli inquirenti al momento ritengono poco probabile, oltre che per la mancanza di immagini più nitide, anche perché quelle del video in movimento darebbero una sensazione diversa, pur riconoscendone una postura non così marcatamente maschile. L’ipotesi più accreditata resta, dunque, quella di un giovane tra i venti e i trent’anni, forse poco più, con i capelli scuri, che vive tra San Carlo e San Francesco. Che si tratti di un cittadino residente a Muggiò, lo suggeriscono alcune evidenze emerse fin da subito, dai primi due atti incendiari: intanto “Nerone” si muove a piedi, infatti ogni volta è così che giunge sul luogo del reato. Inoltre i varchi posti ai confini di Muggiò, cioè le telecamere che riprendono chi entra e chi esce dalla città, non lo hanno ripreso né entrare, né uscire, mentre un controllo approfondito delle automobili di passaggio, ha comunque scartato l’ipotesi di un’auto utilizzata per spostarsi. Non solo, perché in occasione dell’atto incendiario dello scorso agosto a San Francesco, Nerone compare da nulla da una delle prime telecamere del sistema di videosorveglianza tra San Carlo e San Francesco, come se fosse uscito di casa e si fosse incamminato alla volta della chiesa.
Restano, invece, aperte altre domande, che potrebbero avere una risposta nelle prossime settimane. Con chi abita questa persona? Nessuno si è accorto che esce di casa a notte fonda, tra le 3.45 e le 4.30? Oppure vive da sola? Non ha vicini di casa che abbiano notato dei movimenti quantomeno insoliti? Oppure fa un lavoro che giustifica il fatto che esca di notte? O forse si tratta di uno studente? Nel qual caso, tuttavia, apparirebbe improbabile l’eventualità che abiti da solo, riportandoci alla prima domanda: con chi vive?
Infine, cosa lo spinge ad appiccare il fuoco ai portoni delle chiese e – come ritengono gli inquirenti – ad imbrattarne i muri con scritte blasfeme. In realtà fin dal primo episodio, quello di San Carlo, è stata notata una coincidenza temporale, che i carabinieri hanno trovato subito sospetta: il giorno precedente, infatti, era stato reso noto che il Vaticano aveva consegnato al governo italiano una richiesta formale per fermare il molto discusso disegno di legge Zan, che violerebbe il Concordato. Per questo gli inquirenti si sono domandati se l’atto incendiario sia da ricondurre, in qualche modo, ai contrasti sorti intorno al disegno di legge e che, quindi, sia da mettere in relazione alla chiesa più come simbolo, che non come parrocchia di Muggiò. Si tratterebbe, quindi, di una ritorsione? Di una vendetta? Oppure c’è dell’altro?