Due auto incendiate nella notte, tra mercoledì e giovedì della scorsa settimana, nel cortile della biblioteca. Dopo le ingiurie a tre pattuglie dei carabinieri, intervenuti in piazza Garibaldi in seguito a dei disordini post Italia-Spagna, è stata un’escalation senza precedenti quella esplosa nel centro cittadino, culminata con le ordinanze emesse il 7 luglio scorso dal sindaco Maria Fiorito, per cercare di dare un giro di vite ad una movida ormai diventata selvaggia.
Ordinanze che impongono a due bar di piazza Garibaldi la chiusura alle 23, mentre ad un altro alle 22, per un mese. E potrebbe essere stato proprio un atto intimidatorio legato alla movida quello che, in piena notte la scorsa settimana, ha atterrito i residenti delle case comunali di piazza Garibaldi che hanno avvertito come lo scoppio di una bomba, seguito da fiamme e fumo: un rogo che si innalzato nel parcheggio interno delle case di cortile, in un edificio che ospita anche la biblioteca comunale.
Fiamme, per fortuna, che sono state presto domate dall’intervento dei Vigili del Fuoco di Desio, che hanno inoltre scongiurato che l’incendio si propagasse ad una terza vettura, pur rimasta danneggiata, e ad un albero poco distante, evitando così un incendio di dimensioni ben più ampie e che avrebbe potuto coinvolgere anche le stesse abitazioni.
Due le auto andate a fuoco, precisamente due Renault parcheggiate una accanto all’altra, di proprietà della stessa famiglia, marito e moglie, che alcune settimane fa avevano promosso proprio una raccolta di firme tra i residenti, da presentare in Comune, per schiamazzi e disturbo della quiete pubblica, anche a notte fonda. Un atto intimidatorio? Una ritorsione? Un atto vandalico come quello che ha danneggiato l’androne? Oppure una banale fatalità, causata da un cortocircuito di una delle auto e da cui potrebbe essere scaturito un episodio di autocombustione? Difficile dare risposte certe in questo momento, ma i carabinieri stanno indagando su più fronti, senza trascurare alcuna ipotesi.
Ciò che resta sotto gli occhi di tutti è un livello di tensione sempre più alto, conseguenza di una situazione che Fiorito ha definito «non più tollerabile», trovando il pieno sostegno dell’intero consiglio comunale: «Le istituzioni non sono ostaggio di nessuno – ha ripetuto più volte il sindaco in questi giorni – Occorreva una risposta ferma e decisa: credo che fosse dovere dell’amministrazione darla. Non è mai semplice emettere provvedimenti che limitano le libertà, specialmente in questo periodo. Gli esercenti? Siamo in contatto continuo con le forze dell’ordine e incontreremo i gestori dei locali, che spesso sono costretti a pagare le conseguenze di questa situazione»