Muggiò, Francesco ha fretta e nasce in casa: increduli e felici i suoi genitori

Il piccolo è venuto al mondo nella taverna dell'abitazione di famiglia, rallegrando il Natale del fratellino Riccardo e dei genitori Elena e Roberto, felici dopo il primo spavento
La famiglia Barbieri al completo

Il suo primo vagito è arrivato sul divano, tra cuscini e lenzuola di fortuna, sotto alla capanna di un presepio. Francesco Barbieri è venuto al mondo così, tra le braccia del papà Roberto che lo hanno sorretto fino a quando non ha lasciato il grembo di mamma Elena, nella taverna della loro casa alla Taccona di Muggiò, dove il 21 dicembre è come se si fosse fermata la cometa, rinnovando il miracolo della vita. Nella famiglia di Francesco, che porta il nome del suo bisnonno di Vieste -un paesino di casette bianche arroccate sulla punta del Gargano– gli ultimi nati in casa più di mezzo secolo fa erano stati i suoi prozii, venuti alla luce in una povera stanza a picco sul mare, nei pressi della ripa, non lontano dal trabucco di San Francesco.

Lieto evento: la sua ricostruzione

E pensare che Francesco sarebbe dovuto nascere il giorno successivo: «Il ricovero per il parto era già stato programmato all’ospedale San Gerardo di Monza -ha spiegato papà Roberto-, invece non ce n’è stato bisogno». Stremata ma felice, la famiglia è raccolta nel salotto di casa: il primogenito Riccardo, 3 anni e mezzo, saltella da un angolo all’altro giocando con i doni di Natale. Il regalo più atteso, invece, dorme in un lettino nella camera matrimoniale: ad una settimana di distanza, i suoi genitori iniziano finalmente a rilassarsi un po’. Già, perché nascere in casa nel 2023, all’epoca delle app e dell’intelligenza artificiale, davvero non sembra verosimile. Eppure, è accaduto: «È iniziato tutto con delle fitte alla pancia intorno alle tre del mattino -racconta Elena-, ma erano diverse da quelle che ho avvertito con il primo parto, perciò non le ho riconosciute». Anche dall’ospedale, al telefono, le indicazioni sono di recarsi al pronto soccorso pediatrico, ma di fare con calma: «Così ho portato Riccardo di sopra, dalla nonna -prosegue Roberto- e sono tornato per prepararci». Le contrazioni, però, piano piano, iniziano a susseguirsi più intense con una certa regolarità e, una volta in taverna per raggiungere il garage, il dolore diventa insopportabile: «In quel momento -continua Elenami sono resa conto che non sarei riuscita a raggiungere l’ospedale, ma che avrei partorito in casa. E ho avuto paura».

Lieto evento: l’incredulità di mamma Elena

Roberto, allora, chiama il 118 e, nell’attesa dell’ambulanza, un medico gli dà istruzioni: «Per fortuna avevo tutto a portata di mano: cuscini, asciugamani, lenzuola». In pochi minuti Francesco nasce: «Quando l’abbiamo sentito piangere, la preoccupazione per ciò che sarebbe potuto andare male è venuta meno e ci siamo tranquillizzati». Poi, finalmente, ecco l’ambulanza: «In ospedale -spiega Elena- le ostetriche mi hanno detto che quando un parto fila via senza intoppi, avviene perché tutto è pronto». E Roberto aggiunge: «Ci si rende conto di come la natura abbia tempi che non si possono ingabbiare all’interno dei nostri». E sorridendo, adesso Elena si chiede: «Ma è successo davvero?», ancora incredula e con gli occhi lucidi.