Morte di un bambino in incidente a Merate, il pm smentisce fughe dell’investitore di Carnate

L’uomo di 38 anni indagato per omicidio stradale dopo aver investito una famiglia a Merate e causato la morte di un bambino di 7 anni non sarebbe in fuga dalla legge italiana. La Procura di Lecco è informata del luogo in cui si trova.
Ambulanza e soccorsi
Ambulanza e soccorsi

È accusato di omicidio stradale, in casa a Carnate non c’è dal giorno dopo l’incidente in cui ha investito un bambino di sette anni provocandogli ferite cui non è sopravvissuto, ma l’uomo, 38 anni, non sarebbe in fuga dalla legge italiana.

Si trova in Pakistan, la sua terra d’origine, il viaggio era già stato deciso da tempo e la Procura di Lecco, che lo ha indagato per omicidio stradale, è stata informata di dove andava e di dove si trova. Lo scrive il quotidiano La Provincia di Lecco.

l’uomo è stato denunciato, nei suoi confronti non sono state previste limitazioni alla libertà di movimento.

I fatti erano avvenuti a Merate. L’uomo al volante della sua auto aveva investito una famiglia di Cernusco Lombardone che camminava su un marciapiede: madre e due figli. Il bambino di 7 anni era morto all’ospedale Papa Giovanni XXIII dove era stato ricoverato in condizioni gravissime.

Secondo quanto riporta La Provincia, già all’indomani dell’incidente gli agenti della polizia locale di Merate lo avevano segnalato come irreperibile perché l’uomo aveva lasciato la sua abitazione.

Il 38enne (patentato, assicurato, regolare in Italia e negativo all’alcol test) in un primo momento, alle forze dell’ordine sul posto, aveva parlato di un’auto pirata che urtandolo gli avrebbe fatto perdere il controllo. A inchiodare alle sue responsabilità l’uomo, a distanza di qualche settimana, oltre alle prove raccolte dalla polizia stradale anche i fotogrammi di una telecamera di videosorveglianza.

«Con quell’uomo ho parlato solo nell’immediatezza dell’incidente, quando mi aveva raccontato la sua versione dei fatti. Poi, me ne sono completamente disinteressato. Comunque, anche se è tornato in Pakistan, l’unica cosa che voglio è giustizia, per Gioele e la mia famiglia», ha commentato il papà del bambino a La Provincia.