Consumo di suolo zero, semplificazione delle regole e attenzione all’ambiente: sono, come spiega l’assessore all’Urbanistica Martina Sassoli, i capisaldi su cui è stata calibrata la variante normativa al Piano di governo del territorio che approderà in consiglio comunale giovedì 27.
Il documento licenziato martedì 18 maggio dalla giunta impegnerà l’assemblea cittadina nell’ennesima maratona dedicata alle tematiche urbanistiche: martedì sera i capigruppo hanno programmato undici sedute in cui, fino al 5 luglio, potranno confrontarsi sulla proposta dell’amministrazione, presentare gli emendamenti e adottare la variante che tornerà in aula tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 per l’esame delle osservazioni e l’approvazione finale. Il calendario del dibattito potrebbe, comunque, subire qualche variazione nelle prossime settimane. «Dovremmo concludere l’iter – anticipa la Sassoli – nel giro di 5-6 mesi: non possiamo lasciare in sospeso il provvedimento» prima che scada il mandato amministrativo e la città torni al voto il prossimo anno.
L’atto, precisa l’assessore, non modifica la destinazione delle aree sancita dal Pgt vigente né aggiunge cubature a quelle previste: «Abbiamo – prosegue – mantenuto quanto di buono c’è nel Piano del 2017 e confermato il consumo di suolo zero. Abbiamo lavorato su due elementi: la semplificazione delle regole e l’attenzione all’ambiente». «Il Pgt – afferma – è troppo rigido e in alcuni passaggi contraddittorio: siamo convinti che la rigenerazione urbana passi dal partenariato tra il pubblico e il privato normato da poche regole, ma effettive». Il Comune, quindi, aprirà a negoziazioni con gli operatori che potranno avviare una sorta di contrattazione con il municipio: «Ferme restando le destinazioni escluse – aggiunge l’assessore – sulle singole aree sarà possibile rivedere le percentuali previste» modificando, per fare un esempio, i rapporti tra gli immobili residenziali, commerciali o quelli che dovrebbero ospitare uffici.
La variante, inoltre, introdurrà forti incentivi per chi presenterà progetti attenti all’impatto sull’ambiente: chi, in sostanza, punterà sui tetti verdi, sull’invarianza idraulica, sul contenimento energetico e sulla rinaturalizzazione del suolo potrà spuntare uno scomputo fino al 30% sul pagamento delle dotazioni di servizi da garantire come contropartita. Altri benefici, questa volta volumetrici, premieranno chi realizzerà opere pubbliche condivise con le consulte nell’ambito del progetto “Le città nella città”.
L’obiettivo dichiarato dell’amministrazione Allevi è il recupero delle tante aree dismesse e degradate, dalle più piccole alle più grandi, disseminate per Monza: «Potenzialmente – commenta Martina Sassoli – con l’approvazione della variante potrebbero partire tutte. Noi stiamo mettendo in campo la potenza di fuoco di cui il Comune può disporre per andare incontro ai privati: poi spetterà agli operatori decidere se rimanere inerti o presentare proposte di riqualificazione».