Aperta da un mese, la stireria solidale del centro Mamma Rita di Monza si è già distinta tra la clientela, soddisfatta del lavoro svolto dalle giovani e intraprendenti stiratrici. A gestire l’attività è un team di cinque mamme, ospiti insieme ai loro bimbi del centro di via Lario. Una vera e propria piccola impresa.
I clienti possono portare i propri capi lavati all’interno di in sacchetto. Una delle signore della stireria prende in custodia il sacco e mostra ai clienti la scheda di consegna, concordando il giorno per il ritiro. È prevista un’offerta di 3 euro per ciascun chilo di biancheria e vestiti stirati. Il ritiro dei capi si effettua il martedì e giovedì dalle 8 alle 11, mentre la riconsegna avviene mercoledì e venerdì, dalle 15.30 alle 18.
«L’idea è quella di ridare fiducia a queste mamme non tanto avviare un’impresa, quello è solo un pretesto – racconta sorella Patrizia Pirioni, superiora del centro Mamma Rita -.Spesso l’inserimento di queste donne in comunità comporta l’interruzione del precedente rapporto di lavoro, anche se la maggior parte di loro un lavoro non l’ha mai avuto né tanto meno un contratto. Quella della stireria solidale vuole quindi essere un’opportunità di riscatto lavorativo, perché un autentico progetto di autonomia non può prescindere da un lavoro e da un inizio di indipendenza economica».
Il progetto è stato realizzato grazie ai finanziamenti della Regione Lombardia a supporto degli interventi di conciliazione famiglia – lavoro. Il gruppo di stiratrici, affiatato e coordinato, è assistito da Lucrezia, una volontaria, ex dipendente del centro Mamma Rita, che ha affiancato le ragazze insegnando trucchi e accorgimenti: dalla scelta della temperatura più adatta alle diverse tipologie di tessuto. Ma non solo. Le signore hanno frequentato in questi mesi anche un corso di taglio e cucito, per potere, prossimamente, ampliare l’offerta della stireria proponendo anche piccoli lavori di riparazione.
«Questa attività consente alle mamme coinvolte non solo di poter guadagnare qualcosa e conciliare il lavoro con gli impegni di madri, ma anche di acquisire competenze che poi potranno spendere anche quando usciranno dalla comunità, anche se non necessariamente come stiratrici. Il messaggio che vogliamo dare loro è che possono diventare piccole imprenditrici valorizzando e puntando sulle loro capacità. La finalità di questo progetto – conclude sorella Patrizia – è proprio quella di combattere la logica dell’assistenzialismo, puntando invece sull’intraprendenza».