Dopo l’ultima, infuocata riunione con docenti e genitori della scuola Bonatti di Monza, il Comune ha deciso di darci un taglio: licenziato il direttore lavori. La decisione in un atto firmato dai dirigenti comunali che ratifica la risoluzione del contratto per l’articolo 8 del disciplinare di incarico per il quale «l’amministrazione comunale si intende libera da ogni impegno verso il professionista inadempiente senza che quest’ultimo possa pretendere compensi ed indennità di sorta».
Questo è il punto di arrivo, il punto di partenza sono i lavori per 2,6 milioni di euro che dovrebbero essere eseguiti nella scuola e che invece da ormai anni tengono la scuola in ostaggio tra ritardi in avvio e in esecuzione delle opere. Si era iniziato a parlare dell’intervento massiccio di manutenzione nell’aprile del 2015, poi la giunta aveva di volta in volta procrastinato la partenza dei cantieri fino alla fine dell’anno. Alla fine l’intervento era iniziato, senza mai finire, al punto che ancora nelle scorse settimane l’assessore ai lavori pubblici era dovuto andare a scuola per dare spiegazioni alle famiglie. In un quadro difficile.
«Vogliamo una data di fine lavori, almeno del primo lotto – avevano detto -. Quando la scuola sarà agibile? I lavori fatti sino ad ora non sono completi, lo scaldabagno che è stato installato era riciclato. Nell’aula di sostegno è stata inserita un piccolo lavabo insufficiente. I bagni che dovrebbero essere agibili non lo sono». ««L’interruzione dei lavori è legata ad una perizia suppletiva che si è resa necessaria in corso d’opera – aveva detto l’assessore Antonio Marrazzo. Ora la situazione si è risolta, a breve ripartiranno gli interventi».
Ma il Comune, a quanto pare, non si è fermato lì. Il 24 febbraio l’amministrazione di piazza Trento ha deciso di chiudere il contratto con il direttore lavori con una serie di rilievi su quanto accaduto. I lavori erano stati affidati all’impresa un anno fa esatto, il 2 marzo 2016, e sarebbero dovuti terminare a gennaio. Lo scorso novembre i lavori sono stati sospesi per la perizia di variante, ma serebbero dovuti proseguire negli spazi non sottoposti a perizia. Ma il 25 gennaio il Comune ha «constatato la totale assenza di maestranze in cantiere ed avendo riscontrato che i lavori risultavano fermi da diverso tempo, ordinava alla Direzione Lavori di provvedere ad emettere ordine di servizio per l’immediata ripresa delle opere non oggetto della Perizia di Variante». Cinque giorni dopo, «avendo constatato il persistere dell’assenza di maestranze in cantiere, sollecitava la Direzione Lavori a far riprendere immediatamente i lavori non oggetto di Perizia e ad organizzare con le maestranze l’esecuzione delle opere». Nel frattempo la perizia non è arrivata in Comune il 13 febbraio il municipio ha chiesto la consegna della documentazione, arrivata il giorno dopo, scrive l’amministrazione pubblica « incompleta, mancante dell’elaborato “Quadro Comparativo” e con “Atto di sottomissione e Verbale di Concordamento nuovi prezzi” elaborati non sottoscritti dall’Impresa». Due giorni dopo «veniva integrata la Perizia di Variante con l’elaborato “Quadro Comparativo” a firma del Direttore Lavori e non sottoscritto dall’Impresa» e allora è stata convocata una riunione il 16 febbraio con direttore lavori, impresa e responsabili comunali, incontro in cui «veniva constatata l’inesattezza degli elaborati tecnici di Perizia, comportando l’impossibilità a procedere all’approvazione della stessa, ed aggravando così ulteriormente il ritardo nel completamento delle opere».
Il Comune ha allora chiesto una nuova documentazione corretta con scadenza il 22 febbraio, ma il termine non è stato rispettato. Tutto questo è successo alla vigilia dell’incontro con le famiglie in via Poliziano, organizzato proprio il 22 febbraio. Ed è stato il punto di non ritorno: due giorni dopo, «considerato che tale situazione di inottemperanza nella diligente direzione dei lavori e la mancata consegna della Perizia di Variante ha causato il protrarsi dei tempi di esecuzione e l’impossibilità nell’ultimazione dei lavori nei tempi contrattuali» e «vista la reiterata mancanza di risposte ai continui solleciti scritti e verbali», il Comune ha deciso di troncare. Al professionista verrà pagata soltanto la progettazione esecutiva per 11mila euro.