Laboratori artigianali e creativi, un nuovo spazio espositivo che possa fare il paio con quello dell’urban center e un ponte in ferro sul Lambro, in grado di unire il parcheggio che si estende alle spalle del Binario 7 con la futura piazza di via Ghilini: restyling in arrivo per un’altra area dismessa di Monza.
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Occhi puntati sul vecchio complesso industriale compreso tra via Piave e via Ghilini per cui, lo scorso 23 maggio, il comune e la proprietà Immobiliare Piave 83 hanno firmato la convenzione relativa al piano integrato di intervento. Negli oltre settemila metri quadri occupati fino agli anni Ottanta dall’ex Cascamificio Italiano sorgeranno nuove abitazioni (quattromila metri quadri dedicati alla residenza privata e poco più di settecento per la residenza convenzionata in affitto), ma anche nuovi laboratori e nuovi spazi pubblici aperti alla cittadinanza. Circa quattrocento i metri quadri che saranno ceduti all’amministrazione: oltre a una piazza, che si affaccerà su via Ghilini, è prevista la realizzazione di uno spazio espositivo all’interno di uno degli edifici dal maggior valore storico e architettonico, di cui sarà conservata la facciata.
«Quest’area a sud del Lambro – ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e allo Sviluppo del territorio Martina Sassoli durante il sopralluogo organizzato martedì mattina – sarà completamente reinventata. Non sarà più chiusa in se stessa, come è stato invece in passato, ma si aprirà finalmente al resto della città. Il ponte sul fiume, in legno e ferro, sarà l’elemento cerniera tra il Binario 7 e il nuovo polo culturale e aggregativo».
Ancora difficile prevedere delle tempistiche precise. «L’area – ha spiegato la proprietà – è dismessa da una decina d’anni: dopo la chiusura dell’ex cascamificio diversi capannoni sono stati affittati ancora per qualche tempo. Abbiamo già rimosso l’amianto che ricopriva i tetti degli stabilimenti. Una volta concluso l’intervento di bonifica del suolo, avremo sei mesi a disposizione per presentare i progetti. Il cantiere vero e proprio potrà essere allestito a partire dal 2021».
Sarà un intervento a zero consumo di suolo: «Anzi – ha precisato Sassoli – è prevista una netta riduzione dell’edificato rispetto all’esistente, sia come superficie coperta, sia come volumetria reale».
Non solo: nella progettazione degli spazi pubblici e privati saranno valorizzate le specie verdi autoctone così che «giardini e filari di alberi ad alto e medio fusto – si legge nel Piano integrato d’intervento – delimiteranno i vari ambiti insediativi».
«Dopo il sopralluogo in via Timavo e prima di quello di settimana prossima, previsto in via Hensemberger – ha concluso Sassoli – risulterà ancora più evidente come quest’area della città, testimone e custode del vecchio passato industriale di Monza, sia quella su cui ora si stanno concentrando gli interessi degli investitori».