La Guardia di finanza del comando provinciale di Monza e Brianza, a seguito di un’attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Monza e svolta dagli specialisti del Nucleo di polizia economico-finanziaria, ha arrestato giovedì 16 maggio un imprenditore di origini cinesi residente a Brescia, 48enne, “proprietario di una nota catena di supermercati” che in due anni avrebbe evaso imposte per 6 milioni di euro attraverso una presunta frode fiscale realizzata mediante l’utilizzo di fatture false avvalendosi di imprese “fantasma” di connazionali perlopiù ubicate in Brianza.
Monza, presunta frode fiscale: arrestato il “re” dei supermercati cinesi, una manager ai domiciliari
L’ordinanza cautelare in carcere è stata eseguita su delega della Procura della Repubblica di Monza, disposta dal Gip del Tribunale del capoluogo brianzolo. Agli arresti domiciliari, inoltre, una manager 45enne, anche lei di origini cinesi residente nel Bresciano mentre due collaboratori, connazionali, sono stati “interdetti dallo svolgimento dell’attività imprenditoriale” e un ulteriore indagato è stato vietato l’espatrio.
Attraverso unità cinofile “cash dog” le Fiamme gialle stanno inoltre dando esecuzione, nelle province di Monza e Brianza e di Brescia, a un provvedimento di sequestro preventivo, emesso sempre dal Tribunale di Monza, “finalizzato alla confisca sia diretta sia per equivalente di beni per oltre 6 milioni di euro”, pari ai presunti “profitti illeciti” oltre che a un “sequestro impeditivo di disponibilità finanziarie” nei confronti delle venti presunte “imprese cartiere” che sarebbero risultate coinvolte.
Monza, arrestato il “re” dei supermercati cinesi: “14 imprese per 60 milioni di fatturato annuo”
Dalle indagini sarebbe emerso un sistema “multi-layered” di frode nel settore del commercio dell’abbigliamento che sarebbe stato “strutturato attraverso una fitta rete di società emittenti, filtro e beneficiarie su tutto il territorio nazionale e gestite da cittadini cinesi incensurati” spiega la Finanza brianzola, “per usare fatture per operazioni inesistenti”.
Le cosiddette “imprese filtro”, individuate dalle Fiamme Gialle attraverso perquisizioni e analisi contabili ed informatiche, quasi tutte in provincia di Monza e Brianza, nonostante apparissero “dotate di una veste operativa e legale”, sarebbero risultate “prive di unità produttive e locali, magazzini, uffici, lavoratori dipendenti e beni strumentali” per svolgere le attività dichiarate e avrebbero operato, sotto “la regia occulta” degli indagati, “con il solo scopo di consentire alle società titolari dei supermercati – 14 imprese che a fronte di un fatturato annuo di circa 60 milioni di euro avrebbero utilizzato fatture per operazioni inesistenti per oltre 20 milioni di euro – di evadere, tra il 2019 ed il 2020, imposte per oltre 6 milioni di euro”.