Monza, San Fruttuoso e l’urbanistica: le lettere di Montefusco e Lamperti

Una nuova palestra da costruire a San Fruttuoso è al centro di uno dei casi urbanistici di Monza. Il Cittadino ospita gli interventi del lettore Gianluca Montefusco e del consigliere comunale d’opposizione, Marco Lamperti.
Monza Parchetto via Valosa di sotto
Monza Parchetto via Valosa di sotto Fabrizio Radaelli

Una nuova palestra da costruire a San Fruttuoso è al centro di uno dei casi urbanistici di Monza. L’amministrazione ha deciso di realizzarla nell’area verde di via Valosa di Sotto a carico del privato, il campo da calcio esistente sarà trasferito altrove. L’impianto è figlio di un altro provvedimento, il via libera a un piano attuativo per la costruzione di edifici in via Perosi (residenziali, zona Cazzaniga). Il dibattito è aperto tra chi ha chiesto di utilizzare spazi già esistenti a San Fruttuso e chi si è schierato a favore della nuova realizzazione.
Il Cittadino ospita gli interventi del lettore Gianluca Montefusco e del consigliere comunale d’opposizione, Marco Lamperti.


La domanda di Gianluca Montefusco

Caro consigliere Lamperti, nei giorni scorsi lei si è schierato accanto ai comitatini del “bene comune” (talebani del “sacro degrado da conservare”) contro l’idea di realizzare una nuova palestra a San Fruttuoso. E anche lei, come loro, ha collegato la piccola palestra ad altre questioni immobiliari nel quartiere di San Fruttuoso, in particolare il progetto delle Tre Torri con parco pubblico.

La sua posizione non ci è chiara. Innanzitutto dovrebbe spiegarci per quale ragione quando il PD era al governo della città e veniva criticato dai comitati “bene comune”, voi rispondevate che erano polemiche pretestuose. Le critiche, come lei sa, erano assolutamente identiche a quelle che vengono mosse alla attuale Giunta.

Sospettiamo che la posizione del PD sia oggi così vicina a quella dei talebani del “sacro degrado da conservare” soltanto per una questione di opposizione politica alla Giunta attuale, senza nessuna attenzione concreta e positiva al bene generale della città, il bene di tutti.

Potremmo aggiungere che, forse, non vi rendete conto che il consenso elettorale va cercato al centro, non certo alla vostra sinistra. Sì, al centro, dove c’è la gente di buon senso che vorrebbe una città certamente con più verde, ma anche con più servizi e liberata dalle aree ex industriali da decenni in stato di abbandono.

In altri Comuni dove il PD è al governo si stanno realizzando riqualificazioni urbane che vedono la costruzione di edifici sviluppati in verticale e la restituzione alla città di grandi superfici, a livello del suolo, trasformate in parchi o boschi urbani gestiti. Ci spieghi, per cortesia, perché questo criterio, così semplice e praticabile, per Monza non va bene.

Ma ci dica anche, sia gentile, qual è allora il progetto alternativo del PD per dare alla città più verde. Ci spieghi qual è la mossa risolutiva per togliere dalle mani dei privati le aree ex industriali, per trasformarle in verde pubblico, e con quali soldi. Perché lo slogan “più verde, meno cemento” è tanto bello quanto vuoto. Restiamo in attesa di una sua cortese concreta risposta.
Gianluca Montefusco


La risposta del consigliere Marco Lamperti

Egregio Direttore, ringrazio il lettore Montefusco per la sua lettera pubblicata sul Cittadino di giovedì scorso perché mi dà modo di spiegare alcune questioni che, a quanto pare, appaiono fraintese.
Innanzitutto, dotare San Fruttuoso di una palestra non è un’idea o un suggerimento dell’Amministrazione Allevi, ma deriva dal PGT vigente targato Scanagatti. La differenza è che noi volevamo realizzarla su un’area dismessa, quella un tempo adibita a cantiere del tunneldi viale Lombardia e occupata da un vecchio fabbricato abbandonato,mentre l’attuale Amministrazione ha deciso di costruirla su un’area “a verde destinata alla conservazione e alla rigenerazione del suolo”, che il PGT individua come “proposta di PLIS”.

Monza, San Fruttuoso e l’urbanistica: le lettere di Montefusco e Lamperti
Monza Marco Lamperti

Quel famoso PLIS GruBria necessario per portare investimenti e rendere più fruibili le aree verdi e agricole a sud e sud-ovest della città. Dopo qualche mese dal suo insediamento, l’attuale Sindaco dichiarava però di voler sospendere la pratica avviata nel 2016. Risultato? Ad oggi tutto è fermo: non abbiamo aderito, ma non abbiamo neanche revocato la delibera preliminare di adesione. Insomma, noi di strade su come creare nuove aree verdi, tutelarle e valorizzarle attraverso investimenti sovracomunali ne avevamo tracciate, peccato che questa Giunta abbia deciso di fermare tutto senza però prendere posizioni chiare sul da farsi.

Sempre per volontà di questa Amministrazione sono anche fermi tre importanti Programmi Integrati approvati dalla precedente Amministrazione. Tre recuperi di aree dismesse le cui convenzioni erano già state sottoscritte da parte degli operatori.Se il miraggio di vantaggiosi incrementi volumetrici non fosse stato messo in campo, ora avremmo l’area dell’ex Scotti, dell’ex Colombo (Rondò dei Pini) e dell’ex Monzacar sottratte al degrado, recuperate e fruibili. Quindi chi ha rallentato un percorso già instradato è l’attuale Giunta, non certo noi che importanti risultati li avevamo portati a casa e in pieno accordo, a quell’epoca, con gli operatori. Confermo che con i comitati che negli anni si sono costituiti a tutela del territorio ci sono stati momenti di confronto intenso anche in passato.

Ben altra cosa è ciò che sta accadendo ora. È sufficiente confrontare le proposte di variante con gli strumenti urbanistici adottati durante la tornata Scanagatti per comprendere come un totale stravolgimento di quegli atti abbia avuto come logica conseguenza una dura presa di posizione da parte di vecchi e nuovi comitati.

Quindi almeno il coraggio di difendere le proprie scelte questa maggioranza dovrebbe averlo, senza nascondersi dietro a inesistenti responsabilità di chi li ha preceduti.C’è un aspettoperòche forse più di altri preoccupa: con questa Giunta si sta diffondendo la strana idea di voler non tanto prendere Milano come esempio di dinamismo, ma scimmiottarla. Senza un progetto che tenga conto della diversità del tessuto sociale, economico e architettonico di Monza, si vuole copiare con almeno 15 anni di ritardo il modello milanese. I grandi centri direzionali sono nati attorno ad un’esigenza economica (per altro ora in esaurimento) in una metropoli che è il centro dell’attività finanziaria del Paese e dell’Europa meridionale. A Monza si propongono palazzoni residenziali al fine di generare quartieri dormitorio per chi a Monza non vive a discapito di residenze accessibili a giovani e nuove coppie(di cui invece avremmo estremo bisogno).

Quindi non prendiamoci in giro: questi progetti non c’entrano nulla con quelli milanesi e hanno finalità più speculative che di vera trasformazione urbana, e questo perché manca completamente una regia pubblica che direzioni gli interventi. È tutto lasciato agli operatori, che ovviamente non possono e nemmeno devono necessariamente avere una visione completa. Non sono certo loro a doversi preoccupare per uno sviluppo armonico. Questo è il compito di chi è chiamato a governare i processi di cambiamento.Pensare che l’economia del territorio debba puntare sulla bulimia di un’edilizia residenziale fine a se stessa, significa davvero essere ancora fermi agli anni ‘80.

Il mondo va avanti ed è altro su cui si deve puntare: recupero, rigenerazione, qualità e sostenibilità.Infine,mi rammarico molto che si consideri l’ambientalismo e la tutela del suolo come un tema “della sinistra radicale”, anche perché è noto che a quel tipo di pensiero non appartengo, per quanto ne abbia profondo rispetto.Queste sono tematiche che dovrebbero interessare tutte le forze politiche in modo indistinto e trasversale.Noto invece che così non è e si tenti, come d’abitudine, di bollare l’ambientalismo come fatto retrogrado e velleitario.

Abbiamo iniziato col PGT 2007, abbiamo continuato con quello 2017 e se l’anno prossimo torneremo al governo della città assumeremo posizioni ancora più forti sul tema ambientale, perché questo è il futuro, e mi auguro che anche la destra nostrana finalmente se ne accorga. Nei prossimi giorni il Consiglio comunale sarà impegnato proprio a discutere la variante urbanistica del PGT ed è bene che i cittadini siano informati del fatto che è una questione che li coinvolge direttamente, anche se non hanno interessi immobiliari diretti. Il Pd, con gli strumenti di cui dispone, farà di tutto per affermare un’idea di città che non svende se stessa e la propria identità per favorire gli interessi di pochi a svantaggio dell’intera comunità.La ringrazio per l’ospitalità.
Marco Lamperti

Consigliere comunale Pd, Componente della II Commissione Consiliare “Politiche del Territorio – Mobilità e Sicurezza – Opere Pubbliche e Decoro Urbano”