«Ecco, vedete la manovra di quella macchina? La fanno tutti. Se state qui qualche minuto ne vedrete ancora». Monza, corso Milano, a pochi metri da largo Mazzini. A parlare è uno dei commercianti della zona, che indica una piccola utilitaria che si trova proprio in mezzo alla strada che collega Sesto San Giovanni alla città. E’ appena sbucata da via Cavour e invece di percorrere tutto corso Milano, si è fermata pochi metri oltre l’incrocio appena superato. È in mezzo alle due corsie, a ridosso del piccolo spartitraffico in gomma che separa le due carreggiate, ha una freccia che lampeggia verso sinistra.
In un attimo, con una manovra fulminea, l’inversione di marcia è servita. Poco dopo la stessa manovra vede protagonista una monovolume: la macchina è più grossa, serve qualche manovra in più, anche in retro, per riuscire a cambiare direzione di marcia. «Da quando hanno cambiato la viabilità fanno tutti così» spiega il commerciante. Che ne vede a decine, anzi a centinaia ogni giorno, di macchine, a fare questa inversione a “u” su corso Milano, vietata e anche pericolosa. Solo settimana scorsa, un motociclista è stato colpito da un’auto impegnata in una manovra analoga.
Raggiungere via Azzone Visconti o l’area di piazza Cambiaghi per chi proviene dalla zona di via Manzoni ad esempio, è praticamente impossibile dopo che è stata decisa la chiusura di via Gramsci. Inutile cercare di scendere in via Arosio e passare davanti alla stazione di Monza per guadagnare la strada desiderata: al semaforo su largo Mazzini si potrà solo o tornare in via Manzoni oppure imboccare via Turati per andare in zona Urban center. Se si imbocca corso Milano non si hanno scappatoie, se non quella di imboccare via Cairoli, attraversare piazza Indipendenza, percorrere via Solferino, viale Umberto I e via Marsala per ritornare su quel corso Milano da ripercorrere ora in senso opposto per tagliare il traguardo in viale Mazzini. Ritrovandosi a una decina di metri dall’incrocio con via Cavour. Ma se la viabilità est-ovest è stata tranciata di netto dalla risistemazione di largo Mazzini, come si dice in Italia? Fatto il divieto, trovata la scorciatoia.
Meglio “tagliare” l’itinerario obbligatorio con una bella inversione (vietata) di marcia di fronte a via Cavour, su corso Milano: si risparmia tempo e benzina. E se dovesse esserci troppo traffico, niente paura. Anche qui la fantasia degli automobilisti non conosce confini: nelle ore di punta basta fingere di dover entrare in uno dei passi carrai che si aprono accanto all’hotel Royal Falcone, aspettare il momento buono con il motore acceso, e al momento propizio innestare la retro e girare la macchina in direzione di largo Mazzini.
«Siamo a conoscenza di questo problema, e stiamo correndo ai ripari – dichiara l’assessore alla Mobilità, Paolo Confalonieri – per questo abbiamo dato incarico per allungare il cordolo che separa le due carreggiate in modo da impedire agli automobilisti di fare inversione a U su corso Milano, uscendo da via Cavour».
Il Comune sta intervenendo per disincentivare le mosse azzardate di molti automobilisti che cercano di dirigersi verso via Azzone Visconti, arrivando da via Cavour. Il prolungamento del cordolo che divide i due sensi di marcia di Corso Milano (oggi già in parte presente) sarà prolungato ben oltre l’incrocio con via Cavour così le macchine non riusciranno più a svoltare a sinistra su Corso Milano, uscendo da via Cavour.
«È un fatto di civiltà, come si fa a pensare di poter fare una mossa così azzardata e pericolosa?» sbotta l’assessore Paolo Confalonieri che ora è costretto a correre ai ripari per impedire questo tipo di manovre. Per gli automobilisti che vengono da via Parravicini o via Manzoni e vogliono andare in via Azzone Visconti il percorso obbligato, dopo la modifica viabilistica di Largo Mazzini, è quello attraverso le vie Cavallotti, Pavoni, Magenta, Palestro, piazza Indipendenza, XX Settembre, Marsala e Corso Milano. Solo venendo da Corso Milano, infatti, si può svoltare verso via Azzone Visconti. Secondo Paolo Confalonieri è una questione di tempo: «Abbiamo messo tutti i cartelli e le indicazioni sui percorsi consigliati, ci vorrà ancora del tempo per far abituare gli automobilisti a fare questo percorso».