Non solo il rumore, anche la paura a uscire di casa, dal bar, dal gommista. Viale Lombardia, ”the day after”. L’apertura del nuovo tunnel, come era prevedibile, ha risolto molti problemi ma ne ha creati di nuovi, più a valle. Se a cavallo di via Cavallotti attendono la riqualificazione della parte in superficie, giù, verso Milano, all’uscita del tunnel, la bocca d’asfalto e cemento armato che sputa auto e camion a tutte le ore, soffrono del rumore infernale e della velocità del traffico, non più frenato dal semaforo di Cinisello e dalla gimkana dei lavori stradali. Ora tutti sfrecciano e chi abita e lavora in quel tratto si deve fare il segno della croce ogni volta che mette il naso fuori. In particolare il problema riguarda i residenti dei palazzi a più piani all’angolo con via Valosa di Sopra e via Speri. In quest’ultimo, tra l’altro, sono presenti alcune attività a piano terra e un piccolo parcheggio che con il nuovo tunnel sono stati particolarmente svantaggiati. Sabato mattina alcuni residenti e esercenti hanno inscenato una piccola protesta e in particolare hanno chiesto a Anas, nell’ambito dei lavori di superficie, di posizionare alcune barriere new-jersey a protezione delle abitazioni e delle attività. Alla risposta negativa dei tecnici della società avrebbero minacciato azioni clamorose, come il blocco del traffico. Sul posto si sono portati agenti della polizia di Stato e della Locale e i manifestanti a quel punto hanno desistito.
Monza: noi, prigionieri del tunnel «Abbiamo paura a uscire di casa»
Non solo il rumore, anche la paura a uscire di casa, dal bar, dal gommista. Viale Lombardia, ”the day after”. L’apertura del nuovo tunnel, come era prevedibile, ha risolto molti problemi ma ne ha creati di nuovi, più a valle. Chi abita e lavora in quel tratto si deve fare il segno della croce ogni volta che mette il naso fuori.