È entrato nel vivo davanti al Tribunale di Monza il processo sulla presunta corruzione legata alle protesi ortopediche “Ceraver”, installate al Policlinico di Monza da noti professionisti negli anni tra il 2014 e il 2017. Un periodo che avrebbe rischiato la prescrizione se l’imputazione fosse quella iniziale di lesioni colpose, ma che essendo assoggettata alla corruzione permette di tenere in piedi il procedimento.
Monza: nel vivo il processo sulla presunta corruzione legata alle protesi ortopediche, sentito un consulente tecnico
Nella scorsa udienza è stato sentito un consulente tecnico che ha spiegato il funzionamento degli accreditamenti in Regione Lombardia. Secondo le accuse della Procura di Monza, i chirurghi Fabio Bestetti, 55 anni di Paderno Dugnano e Marco Valadè 63 anni di Seregno e Claudio Manzini, 63 anni, un vero luminare nel settore delle protesi al ginocchio, avrebbero installato le protesi della casa produttrice francese, in cambio di somme di denaro, viaggi, alberghi pagati, cene, o il diritto a percepire una quota di rimborso per le prestazioni sanitarie eseguite in convenzione col sistema sanitario.
L’inchiesta, dal nome “Disturbo” era stata portata avanti dalla Guardia di Finanza ed era partita dall’esposto di un medico del Policlinico che segnalava proprio questi presunti comportamenti scorretti. Inizialmente erano stati messi ai domiciliari Valadè, il commerciale della ditta francese Marco Camnasio e lo stesso Manzini, poi tornato a lavorare in forma privatistica alla Clinica Zucchi. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori all’inizio erano ben 91 interventi chirurgici ritenuti sospetti, molti risalenti al periodo tra il 2014 e 2015. Marco Valadè e Fabio Bestetti comunque avevano già patteggiato per corruzione pene tra i 3 anni e 4 mesi e i 2 anni e 8 mesi, insieme al responsabile commerciale in Italia dell’azienda francese, Denis Panico e alla stessa società per il primo filone dell’inchiesta.
Monza: nel vivo il processo sulla presunta corruzione legata alle protesi ortopediche, 22 le parti civili nel procedimento
A processo per corruzione per atti non contrari ai doveri di ufficio è oggi lo stesso Manzini, insieme a tre dirigenti francesi della Ceraver e a Camnasio. Sono 22 le parti civili nel procedimento, tre nei confronti di Bestetti e 19 di Valadè. I medici imputati tuttavia continuano a sostenere di avere agito solo per il bene dei pazienti, e che quelle protesi funzionavano meglio di altre. Anche il Policlinico è costituito responsabile civile. Il dottor Manzini invece, attraverso i suoi legali Lucilla Tassi e Claudio Schiaffino ha sempre respinto le accuse. «Nessun paziente del nostro assistito ha mai avuto complicazioni o altri tipi di problemi a seguito degli interventi», hanno detto i difensori. Si torna in aula il 31 gennaio.