A ottobre gli operai della Eatec srl dovrebbero terminare i lavori sotto il tunnel della tangenzialina dell’ospedale San Gerardo di Monza e l’azienda dovrebbe consegnare l’arteria finita alla Provincia. Dopo qualche settimana, una volta eseguito il collaudo, la strada potrebbe quindi essere inaugurata. Ormai, spiega il consigliere brianzolo con la delega al Patrimonio Fabio Meroni che con il presidente Luca Santambrogio nei giorni scorsi ha effettuato un sopralluogo lungo il cantiere, manca poco per vedere la conclusione dell’intervento: uno degli ultimi passaggi prima dello stop definitivo ai lavori sarà la gettata dell’asfalto nella galleria che corre sotto via Boito.
La pausa forzata durante il lockdown causato dall’epidemia di coronavirus non dovrebbe, quindi, aver ritardato di molto il completamento della variante alla Monza-Carate pensata oltre vent’anni fa per favorire il collegamento tra la Valassina, il San Gerardo e la Sp6. Il blocco provocato dall’emergenza sanitaria è l’ultimo di una lunga serie che sembrava aver reso quasi un miraggio l’apertura dalla tangenzialina: la Eatec srl ha ereditato il cantiere lo scorso autunno, interrotto due anni prima dalla Leopoldo Castelli.
Resta, invece, aperta la tematica relativa all’impatto che la nuova strada potrebbe avere sulla viabilità locale, già intasata sia dal traffico di attraversamento sia dagli utenti dell’ospedale: il rischio che i veicoli che sbucheranno dal tunnel nei pressi della rotonda di via Nobel, a Lissone, ingolfino via Ramazzotti o attraversino Vedano per cercare di raggiungere la Monza-Carate, è elevato. La tangenzialina, infatti, avrebbe dovuto innestarsi sulla Tr Mi 10, un’arteria connessa alla Pedemontana progettata per convogliare le auto fino allo svincolo di Macherio: il disegno, pronto da anni, è rimasto sulla carta in attesa dell’avvio del cantiere della tratta brianzola dell’autostrada che sembra ancora parecchio lontano.
Di fronte all’incertezza legata alla Tr Mi 10 c’è il quasi certo aumento del traffico: da mesi, del resto, i residenti al confine tra Monza, Lissone e Vedano sono in allarme e chiedono interventi che riducano la possibilità che sotto le loro finestre si formino le code dei pendolari.
«A settembre – spiega Meroni – convocheremo un incontro con i sindaci delle tre città interessate per valutare quale soluzione adottare in attesa che partano i lavori per la Pedemontana». La Provincia, aggiunge, ha a disposizione qualche risorsa con cui potrebbe realizzare una rotatoria al confine con Lissone. L’opera dovrà, però, essere inserita in uno studio della viabilità che incanali il traffico e lo distribuisca su percorsi differenti dirigendolo in parte verso via Ramazzotti e in parte verso Lissone e verso Vedano dove, in quel punto, le strade sono particolarmente strette. Tra le ipotesi ventilate nei mesi scorsi è emersa quella di modificare i flussi in modo da allontanarli da via Nobel.