Chi ci passa davanti ogni giorno e concentra l’attenzione sui dettagli non può che notare costantemente piccole differenze. Stracci e lenzuola che prima spuntavano dai piani alti dell’ex Diefenbach di Monza e che ora non ci sono più. Rifiuti che continuano ad accumularsi lungo il perimetro esterno dell’area. Piccoli sentieri tra i campi incolti accanto e alle spalle dell’area dismessa di via Borgazzi che costantemente vengono battuti. Ma, soprattutto, segni di effrazione alle finestre al piano terra, murate in occasione dell’ultimo sgombero, realizzato nel mese di maggio.
Chi abita o lavora nei dintorni dell’area dove per mesi ha vissuto una delle più numerose comunità nomadi presenti in città da qualche settimana ha notato diversi movimenti notturni che fanno ipotizzare una nuova, per quanto più ristretta, occupazione: «Per entrare creano delle passerelle appoggiando delle assi di legno inclinate fino all’imboccatura delle finestre», fanno sapere.
Ma sono quelle le uniche frequentazioni dell’area: prosegue infatti il lavoro di Enpa Monza e Brianza per recuperare tutti i gatti della colonia che, nel corso dei mesi, si era intanto creata negli spazi della vecchia fabbrica che produceva presse per olio e frantoi.
In oltre due mesi di lavoro i volontari dell’associazione animalista, a cui è stato negato l’accesso all’edificio, hanno recuperato grazie all’installazione di telecamere e al posizionamento di esche quasi trenta gatti, tra cuccioli ed esemplari adulti: «Speriamo in futuro di essere coinvolti fin dall’inizio in operazioni del genere – hanno fatto sapere da Enpa – per evitare di doverci ritrovare ad agire di nuovo in situazioni di emergenza».