Il IV novembre quest’anno non potrà essere celebrato con manifestazioni pubbliche a causa della diffusione del coronavirus , ma la Giornata delle Forze Armate non passa nel dimenticatoio. Non per Assoarma Monza Brianza, il consiglio provinciale interassociativo composto dai presidenti di 21 associazioni Combattentistiche e d’Arma della provincia.
«Il prossimo 4 Novembre, giornata delle forze armate, giorno dell’unita’ nazionale e centoduesimo anniversario della vittoria nella grande guerra -spiega Assoarma Monza, presieduta da Aurelio Boroni Grazioli- per la prima volta vedrà le piazze delle nostre città deserte e le bandiere ed i labari delle nostre associazioni d’arma malinconicamente riposte nelle loro sedi.
Cento ed oltre anni fa i giovani obbedivano alla chiamata della nazione, lasciavano in grigioverde le loro case, le loro corti, le loro cascine per andare al fronte. Molti tornarono feriti nel corpo, molti tornarono mutilati nello spirito, molti non tornarono più.
Quelli che tornarono però in grande numero vollero mantenere i legami con le amicizie nate nelle trincee e ricordare i fratelli perduti, riunendosi nelle numerose associazioni d’arma che tuttora esistono e cui ci onoriamo di appartenere»
L’associazione ricorda che gli stessi soldati che tornarono dalla prima guerra mondiale dovettero affrontare anche la pandemia della “spagnola” nel 1920. E oggi che un’altra pandemia sta colpendo l’Italia e non solo le associazioni d’arma monzesi si sono attivate con raccolte fondi e personale volontario.
«Continuiamo o a coltivare la speranza che il quattro novembre possa risorgere dopo questa pausa forzata e ritornare ad essere una festa nazionale. I soldati di allora non ci sono più, scomparsi tutti quelli che combatterono nella grande guerra, scomparsi quasi tutti quelli che combatterono la seconda. Ma tutti loro, insieme agli oltre seicento caduti monzesi ed agli oltre quattromila caduti della provincia di Monza e Brianza, vorrebbero vedere ancora le associazioni d’arma schierate in piazza il quattro novembre, con le autorità civili, militari e religiose, con le bandiere e i labari, con le musiche e gli inni».