L’ex Inam di via Padre Reginaldo Giuliani sarà presto battuto all’asta. E lo farà con un vantaggio fondamentale rispetto al passato: è stato sciolto il vincolo di destinazione socio-sanitaria alla quale era legato.
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L’annuncio è arrivato martedì, nella nuova tappa del tour nelle aree dismesse della città organizzato dall’assessorato all’urbanistica guidato da Martina Sassoli: con lei c’erano anche il sindaco Dario Allevi, il vice Simone Villa e il direttore del San Gerardo, Matteo Stocco. La svolta arriva quando scocca il decimo anniversario dell’acquisto dell’immobile da parte della giunta di Marco Mariani, nel 2008, dall’allora direzione dell’ospedale.
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L’ex giunta Scanagatti lo aveva inserito nel 2014 nel piano delle alienazioni, senza esiti. Più nulla, almeno, fino a martedì.
All’interno il tempo si è fermato: i calendari appesi alle pareti sono quelli del 2006, in un edificio di quattro piani che può contare su oltre 3.500 metri quadri di superficie lorda di pavimento.
Il primo cittadino lo precisa subito: «Non sarà svenduto – spiega – la base d’asta sarà vicina alla cifra spesa dal comune per l’acquisto», ovvero poco più di 5 milioni di euro.
«Per troppo tempo – aggiunge Villa – questo immobile è stato gestito come un fardello. Invece, è una grossa opportunità per l’intera città. L’ottimismo che nutriamo non è infondato, perché per l’acquisto della palazzina l’interesse c’è ed è palpabile: alcuni operatori sarebbero interessati. La volontà dell’amministrazione è quella di indire l’asta entro l’estate e di concludere le trattative entro la fine del 2018».
Il tesoretto derivante dalla vendita dell’ex mutua verrebbe utilizzato dalla giunta Allevi per «rimettere in sesto il patrimonio pubblico di edifici scolastici, uffici e case comunali», ipotizza Villa. Intanto, però, l’amministrazione si aspetta che i primi operatori si facciano concretamente avanti: «Al momento dell’acquisto – precisa Sassoli – l’amministrazione aveva siglato con quella che era il San Gerardo una clausola per la destinazione socio-sanitaria della struttura. Ora questo accordo viene sciolto: il piano di azzonamento prevede per quest’area la conversione in altre destinazioni d’uso, con l’eccezione di quella agricola. Per accelerare i tempi dell’iter metteremo in campo quel poker di azioni presentato nelle scorse settimane proprio per semplificare i processi di riqualificazione».
Intanto, però, i quattro piani dell’ex Inam mostrano chiaramente le tracce degli uffici che hanno ospitato per decenni: gli ambulatori medici sono ancora parzialmente allestiti con tanto di poltrone e scrivanie, vecchi computer e manuali di dermatologia, bilance per pesare adulti e bambini e vecchia documentazione. Arredi e materiali sono ricoperti da strati di polvere e di intonaco che negli anni si è staccato dai soffitti e dalle pareti. Forse (forse) ancora per poco.