Cento anni e non sentirli. Emilio Cinquini, classe 1921, ha raggiunto lo scorso martedì il traguardo del secolo. Un evento festeggiato al ristorante insieme alla sua famiglia: le due figlie Franca e Isabella, il nipote Alberto e le pronipoti Benedetta e Giuditta, di 14 e 10 anni.
Una vita ricca e interessante quella di Cinquini. Nato a Lecco è stato soldato nel battaglione 148 della squadriglia marittima montana durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1943 fu catturato dall’esercito tedesco a Firenze dopo l’armistizio, e portato nel campo di prigionia di Augsburg, in Germania. Essendo un operaio specializzato venne impiegato nella forza lavoro. A differenza di altri prigionieri aveva la possibilità di lavorare fuori dal campo e proprio in paese, ad Augsburg, incontrò Elsa Bauer, giovane tedesca incaricata di portare viveri agli operai.
«Si sposarono per procura nel 1947 perché ai tedeschi dopo la guerra era proibito uscire dal loro Paese – raccontano i famigliari -. Dopo il matrimonio Elsa ottenne la cittadinanza italiana e si stabilirono a Sesto San Giovanni». Qui Cinquini ha lavorato alla Falck fino al 1979.
«È la roccia della famiglia – spiegano i suoi famigliari – è vivace e pieno di energie. Ora vive solo nella sua casa a San Giuseppe dopo che la moglie è mancata nel 2010». La pandemia ha bloccato la sua quotidianità come per tutti, ma adesso ha ripreso a uscire anche solo per gustarsi un caffè al bar.
Tifoso sfegatato della Juventus ha ricevuto come regalo per i suoi cento anni una foto autografata e personalizzata con dedica di Alessandro Del Piero. «Il nipote Alberto è riuscito a far firmare la foto a Del Piero. Era contentissimo», spiegano i famigliari. A renderlo felice anche il grana padano proveniente da Reggio Emilia, di cui è golosissimo, che ha ricevuto in dono. «Per lui non ci poteva essere compleanno più bello».