“Non vi lasceremo in pace” sono le parole con cui il Foa Boccaccio chiude il volantino distribuito durante il corteo organizzato nella serata di mercoledì 13 luglio. Il centro sociale di Monza si è svegliato con lo sgombero dell’ex centro sportivo di via Rosmini, occupato da quasi dieci anni: all’interno sono state trovate due persone, denunciate dalla polizia di Stato.
Poi i sigilli e la chiusura delle utenze nell’area che era di proprietà della Figc e che è stata poi comprata dal Cai di Monza per realizzare la Casa della montagna sognata da anni. La reazione dei militanti del Foa è stata immediata: il tam tam sui social e poi l’annuncio del corteo che parte da piazza Castello, alle spalle della stazione ferroviaria.
“Non abbiamo spazio da perdere” dice il volantino distribuito in piazza: via Turati e le altre strade di accesso sono state chiuse dalle forze dell’ordine, polizia di Stato in tenuta anti sommossa, sono circa 200 – alle 20 – i militanti o le persone solidali al Foa che si sono radunate.
“Uno sgombero è solo un contrattempo – scrive il Boccaccio – tra un’occupazione e quella successiva. E quello di oggi non diminuisce la nostra forza: la forza di un collettivo numeroso e deciso con alle spalle due decenni di esperienze e lotte, dentro un’ampia collettività di individui e spazi complici e solidali”. Tra i temi messi sotto accusa dal Foa ci sono le politiche urbanistiche di Monza e la cementificazione della città.
Intorno alle 20.30 in corteo è partito in direzione di via Mentana.