Monza e Brianza, la Provincia cambia il Ptcp: via 4.153.000 metri quadri edificabili su terreni liberi

La Provincia di Monza e Brianza cambia il Piano territoriale di coordinamento, cioè lo strumento urbanistico, tagliando oltre 4 milioni di metri quadri edificabili sui terreni liberi.
Il consiglio provinciale che ha votato la variante al Ptcp 2022
Il consiglio provinciale che ha votato la variante al Ptcp 2022

Sarà la base di partenza dell’assetto urbanistico della Brianza che la Provincia disegnerà nei prossimi anni: la variante al Piano territoriale di coordinamento approvata martedì 15 febbraio dal consiglio provinciale, secondo il vicepresidente Riccardo Borgonovo, sarà il punto da cui l’ente si muoverà per cercare di azzerare il consumo di suolo.

Il documento, che ha incassato 9 voti a favore dal centrodestra e 8 contrari dal centrosinistra, ridurrà le previsioni di espansione dal 54% al 53% entro il 2025. I comuni dovranno cancellare dai piani urbanistici 4.153.000 metri quadri edificabili su terreni liberi: dovranno contrarre del 45% la costruzione di immobili residenziali, pari a 1.713.961 metri quadri, e del 40% quella di stabili destinati ad altre funzioni per un totale 2.439.072 metri quadri. Dovranno intervenire in modo più o meno pesante a seconda del livello di urbanizzazione delle loro zone: la sforbiciata arriverà al 55% nelle fasce centrali mentre scenderà al 35% nel vimercatese. I comuni di uno stesso ambito potranno, comunque, accordarsi sulla distribuzione dei tagli. «Partiamo – ha affermato Borgonovo – da una situazione compromessa: dobbiamo riorientare verso la riqualificazione delle aree i sindaci che devono diventare imprenditori del loro territorio». Nella prossima variante, ha aggiunto, la Provincia valuterà la collocazione di residenze per anziani e impianti sportivi.

Alla maggioranza, ha accusato il centrosinistra, è mancato il coraggio di limitare ulteriormente il consumo di suolo: il contenimento, ha spiegato Pietro Cicardi, avrebbe potuto essere più corposo se la Provincia avesse calcolato in modo puntuale il fabbisogno edilizio, mappato i siti dismessi e individuato le aree da destinare a verde. «Si è persa l’occasione – ha dichiarato – per delineare un progetto complessivo che avrebbe restituito attrattività alla Brianza» mentre la «spada di Damocle» costituita da Pedemontana è rimasta sullo sfondo.

La minoranza ha presentato quattro ordini del giorno, approvati all’unanimità, con cui ha impegnato il presidente Luca Santambrogio a monitorare continuamente le modalità di stima dei fabbisogni insediativi, ad avviare un percorso utile a indirizzare i comuni sulla via dello sviluppo sostenibile, a rivedere ogni anno le priorità del Ptcp con particolare attenzione ai parchi sovracomunali, a definire entro sei mesi i criteri di compensazioni tra i comuni.

Borgonovo non ha nascosto la delusione per la stroncatura: «Qualsiasi cosa mettiamo in campo – ha commentato rivolto alla minoranza – votate contro». «Non è vero – ha replicato Alberto Rossi – oggi lanciamo un segnale al territorio».