Monza e Brianza: attenti al fungo che si trova anche nei prati di casa, è l’Amanita phalloides ed è velenosa

Forse le condizioni climatiche hanno favorito la diffusione anche in città della Amanita phalloides, un fungo velenoso. L’esperto: «Fate sempre valutare i funghi dall’Ispettorato micologico dell’Ats».
Amanita presente nel parco
Amanita presente nel parco

Bello, diffusissimo e pericoloso. È l’Amanita phalloides, un fungo presente anche in città, nei giardini pubblici e in quelli condominiali, nei parchi e persino nei cimiteri.

“Quest’anno, probabilmente per le condizioni climatiche favorevoli l’Amanita phalloides, si è diffusa in quantità ragguardevoli – sottolinea Fabio Mauri, esperto micologo del gruppo Vittadini di Monza – e per questo è bene prestare molta attenzione”.

Ad attrarre i cercatori di funghi poco avvezzi alla materia è l’aspetto gradevole e invitante di questo fungo. “È una specie carnosa e gradevole – riprende l’esperto – caratterizzata dall’odore lieve negli esemplari giovani. Solo in quelli maturi puzza come di salame rancido diventando così meno appetibile”.

L’Amanita phalloides vive in simbiosi con alberi presenti sia in montagna sia in città: querce, castagni, noccioli, carpini, abeti e persino cedri. La si può riconoscere per la volva bianca, il bulbo tondeggiante, il cappello con toni verdastri, giallo-verdastri con fibrille nere all’interno della superficie, ma esiste anche una variante completamente bianca. Il suo gambo è zebrato dello steso colore del cappello o più chiaro. Se si tocca uno di questi funghi non succede nulla, anche se è sempre bene lavarsi le mani. I problemi compaiono se lo si consuma, magari “ingolositi” dal suo bell’aspetto.

“Ogni anno solo in Italia – riprende Mauri – si contano decine di morti imputabili all’ingestione di funghi velenosi, non solo di Amanita phalloides. Prima di consumare i funghi consiglio sempre di farli valutare dall’Ispettorato micologico dell’Ats. Inoltre, non bisogna credere a vecchie dicerie del tipo “la cottura cancella ogni traccia di veleno” oppure “il fungo non è velenoso se, mettendolo accanto, l’argento non diventa nero” Niente di più falso. Un fungo velenoso rimane tale anche se cotto alle temperature più alte e solo un esperto potrà valutare se una specie è tossica o commestibile”.

I sintomi da un’intossicazione da Amanita phalloides compaiono sei ore dopo l’ingestione con vomito, diarrea e dolori addominali. Occorre andare immediatamente al Pronto Soccorso senza ricorrere a cure fai da te e sperare che tutto passi.

“Questo fungo – conclude Mauri – contiene delle tossine che portano alla morte le cellule epatiche e di conseguenza provocano la necrosi del fegato. Solo una diagnosi tempestiva può evitare il peggio!”.