Monza, denunciato un barista che ha dato da bere a una ragazza già ubriaca

Rischia grosso il titolare di un locale pubblico di via San Gottardo che ha somministrato alcol a una ragazza diciottenne facendole sfiorare il coma etilico. La giovane è stata soccorsa domenica notte.
Le forze dell’ordine hanno chiamato i soccorsi
Le forze dell’ordine hanno chiamato i soccorsi

Rischia grosso il titolare di un locale pubblico di via San Gottardo che ha somministrato alcol a una ragazza diciottenne facendole sfiorare il coma etilico. La giovane, monzese, è stata soccorsa domenica notte dagli agenti della polizia locale intervenuti attorno alle 2. Hanno sentito dei gemiti e l’hanno notata riversa sul ciglio della strada con attorno altri coetanei che cercavano di prestarle soccorso tentando di farla rigettare. Interpellati dagli agenti hanno raccontato che era appena uscita da un locale della via dove aveva alzato un po’ troppo il gomito fino a stare male.

Con una telefonata al 118 è stato richiesto l’intervento di una ambulanza. Il personale sanitario ha prestato soccorso sul posto alla ragazza.

Gli agenti hanno invece avviato le indagini. Ascoltati amici e conoscenti hanno appurato che la 18enne aveva trascorso la serata e parte della notte nel locale, dove si era ubriacata. Si sono quindi diretti nell’esercizio pubblico dove hanno rilevato le generalità del titolare che è stato denunciato alla procura della repubblica per aver violato gli articoli 690 e 691 del codice penale.
Il primo recita: «Chiunque, in un luogo pubblico o aperto al pubblico cagiona l’ubriachezza altrui, somministrando bevande alcooliche, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da trenta euro a trecentonove euro». Il secondo: «Somministrazione di bevande alcooliche a persona in stato di manifesta ubriachezza. Chiunque somministra bevande alcooliche a una persona in stato di manifesta ubriachezza, è punito con l’arresto da tre mesi a un anno (convertito in pena pecuniaria da euro 516 a euro 2.582 o la pena della permanenza domiciliare da quindici giorni a quarantacinque giorni ovvero la pena del lavoro di pubblica utilità da venti giorni a sei mesi). Qualora il colpevole sia esercente un’osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o bevande, la condanna importa la sospensione dall’esercizio».