«Prima o poi sarebbe successo: si sapeva. Per noi era solo una questione di tempo. Chi stava qui, invece, pensava che le cose potessero andare ancora più per le lunghe». Nel primo pomeriggio di martedì Mario Cossa, presidente del Cai di Monza, osserva le ruspe in azione in via Rosmini: «Ora si tratta di ripulire e di risistemare: ne avremo ancora per qualche giorno. Dopo di che prenderemo in mano la situazione».
Il che vuol dire intanto trasferire negli spazi dell’ex centro sportivo almeno la sede della sezione locale del Club alpino italiano, «così da garantire un minimo di presidio. Poi, pian piano, proseguiremo con il nostro progetto». Si tratta della Casa della montagna, quel “Quota 162” per cui a lungo gli alpinisti monzesi hanno lavorato.
Del progetto si parla da anni: prima avrebbe dovuto trovare sede in un capannone di proprietà comunale in via della Lovera, poi in alcuni spazi del Circolo Libertà, lungo l’omonimo viale. Un percorso che da subito e fino all’ultimo si è dimostrato accidentato, ma a cui i soci del Cai non hanno mai voluto rinunciare. Ed è stato proprio quando sono sfumate le ipotesi via della Lovera e viale Libertà che è entrata in campo l’opzione via Rosmini. Se ne è iniziato a discutere durante un’assemblea straordinaria dei soci, organizzata al centro civico di Cederna e Cantalupo, agli inizi del dicembre 2019: riunione che si è conclusa con il voto a favore dell’acquisto del terreno per realizzare la nuove sede e per autorizzare il consiglio direttivo “ad attivarsi per reperire fondi necessari alla sua costruzione, con appositi finanziamenti ma anche attraverso sponsorizzazioni ed eventuali partner”.
Il terreno su cui sorge l’ex impianto del Verga era stato infatti intanto messo in vendita dalla Federcalcio, società della Figc: quella della dismissione degli impianti sportivi di proprietà è stata una scelta che la società aveva preso a livello nazionale, per via di costi di gestione ormai difficilmente sostenibili. Quella stessa sera un primo progetto di quella che sarebbe potuto essere “Quota 162” viene presentato ai soci: in prima battuta si è prevista la realizzazione di una serie di strutture in grado di ospitare due palestre per l’arrampicata da 15 e da 18 metri, uno spazio per il boulder e uno per la sede del Cai, oltre a un’area polivalente e una dedicata alla ristorazione.