Una rete virtuosa del dono, quella del progetto “Pane e Rose” a Monza, capace di generare sempre nuova fiducia: in chi dona, in chi raccoglie, in chi distribuisce e in chi riceve. Sono i fatti a mostrarlo. In una delle raccolte alimentari promosse dalla rete, un uomo ha consegnato un intero carrello di prodotti a lunga conservazione ai volontari e ha commentato: “Ero in difficoltà e mi avete aiutato. Adesso ho ripreso il mio lavoro e questo è il minimo che possa fare”.
«Frasi come questa, sono il nostro carburante – commenta Beatrice Di Virgilio – per un progetto ormai consolidato che si occupa di dare risposte concrete sui vari fronti di emergenza dovuti alla povertà».
Il progetto realizzato dalla Casa del Volontariato di via Correggio è giunto al sesto anno di attività e si concentra in particolare su povertà e spreco alimentare, con l’intento di diffondere conoscenze utili a comprendere la dimensione del fenomeno e a creare sinergie tra gli interpreti della filiera, dagli enti locali alle associazioni del terzo settore sino alla grande distribuzione.
Un impegno, quello della Rete, parte del circuito comunale di Monza, oggi ancor più fondamentale.
«È un’azione di forte sostegno rispetto a una domanda che ha registrato un’impennata a causa della pandemia che ha causato nuove povertà, soprattutto di persone e famiglie che prima di oggi mai avevano riscontrato problemi economici».
Beneficiano della rete Pane e Rose i frati delle Grazie, con la loro mensa per i poveri, l’asilo Notturno di via Raiberti, la San Vincenzo di San Fruttuoso, molte comunità come la famiglia Filippina, il centro islamico, la famiglia protestante, la Chiesa evangelica e la Chiesa ortodossa.
Nell’ultimo anno, grazie a un grande lavoro di coordinamento con il settore servizi sociali del Comune di Monza, vengono assistite ulteriori 250 famiglie con la distribuzione di derrate alimentari con cadenza bisettimanale al Centro di raccolta e distribuzione di via Silva 26.
Un impegno contro lo spreco alimentare anche molto gravoso, soprattutto in relazione alla catena del fresco e ai prodotti di più immediata deperibilità. In tal senso l’adesione delle realtà di grande distribuzione a “Pane e Rose”, andata via via crescendo in questi anni, risulta oggi basilare anche nell’applicazione di norme di trasporto, conservazione e distribuzione molto rigide.
Alla Coop di via Lecco a Monza e a quella di Muggiò, prime aderenti al recupero delle eccedenze, si sono aggiunte la Coop di via Marsala, Italmarket con quattro punti vendita e due sedi di Lidl. «Ma la rete è sempre aperta anche all’adesione di altri supermercati e attività» lancia l’appello Di Virgilio.
Le rete di volontari ha nella capacità di distribuzione immediata un punto di forza. Associazioni come Auser Brianza, Auser Monza, Auser Lissone, cooperativa Lambro e Anteas si occupano di consegnare i prodotti ritirati entro due ore, percorrendo sul territorio circa 13mila chilometri all’anno. Sono 30 i volontari impegnati per poter garantire i trasporti giornalieri e far sì che i prodotti prossimi alla scadenza siano immediatamente consumati dalle famiglie.
Un modello organizzativo che è stato riprodotto a Lissone, dove la rete ha contribuito alla nascita del centro Dike allo spazio Botticelli. Per incrementare le derrate alimentari, oltre ai prodotti freschi in eccedenza, e far fronte così alla richiesta sempre più crescente di cibo, “Pane e rose” promuove periodicamente collette alimentari di cibo a lunga conservazione. Iniziative che vedono anche un ulteriore risvolto di inclusione e sensibilizzazione.
Anche grazie al contributo di CSV Monza Lecco Sondrio vi partecipano diversi stutenti dell’istituto Hesemberger e persone con disabilità fisiche e/o cognitive dell’associazione Silvia Tremolada. Nuove collette sono in programma anche per il 2022. Restano enormi gli sforzi una macchina organizzativa così complessa . Si cercano risorse tramite la presentazione di progetti a bandi pubblici, spesso finanziati da Regione Lombardia e si chiede il sostegno di aziende private con donazioni anche in termini di prodotti alimentari». Le aziende rispondono: lo scorso anno sono stati donati 6mila chili di formaggio e 4mila scatole per la distribuzione delle derrate.