La grana è piombata inattesa sulla testa dell’assessore alla Sicurezza del Comune di Monza, Federico Arena: il concorso per l’assunzione di sei agenti della Polizia locale con contratto formazione lavoro di un anno è stato congelato per consentire all’amministrazione di «verificare alcune voci» che si sono levate dallo stesso comando di via Marsala.
Qualcuno, e l’assessore non smentisce, avrebbe fatto notare che tra i candidati che hanno superato le selezioni riservate a giovani tra i 18 e 32 anni ci sarebbe il figlio della compagna del comandante di Monza: il legame personale pare sia finito nel mirino di qualche componente del corpo che ha visto escluso dalla graduatoria il proprio figlio.
«Queste voci – conferma Arena – sono arrivate anche a noi e le stiamo verificando». I controlli, si limita a dire, dovrebbero concludersi nel giro di qualche giorno. L’assessore non precisa se la partecipazione del candidato finito sotto la lente di ingrandimento sia, in qualche modo, esclusa dai regolamenti o se sia semplicemente sconsigliata per una questione di opportunità. Lascia, però, intendere che la vicenda rischia di creare parecchio imbarazzo. Arena, del resto, è uno degli amministratori più sovraesposti della giunta Allevi, attivo più sul versante della sicurezza che su quelli della viabilità e del traffico, le altre competenze del suo super assessorato. Il leghista ha affermato più volte di preferire gli agenti sulle strade a quelli che prestano servizio in ufficio e ha annunciato l’acquisto di bastoni estensibili e spray urticanti per consentire loro di affrontare eventuali aggressioni da parte di piccoli spacciatori, balordi o bande di giovani che stazionano in diversi giardinetti. Tra uno sgombero di un’area dismessa e l’altro è stato, però, accusato dall’opposizione di effettuare operazioni di facciata che non fruttano risultati.