Monza città aperta significa due cose: una città che non diventa blindata per la visita pastorale del Papa e la messa la parco e una città che si apre all’incontro e all’accoglienza, per dirla con al parola della diocesi di Milano e dell’arciprete di Monza, monsignor Silvano Provasi.
Perché le premesse sono state difficili e imperscrutabili per settimane, ma il risultato dovrebbe essere questo: una città che continua a vivere e si prepara a ricevere papa Bergoglio senza interrompere la sua normale esistenza. E allora: biblioteche aperte, musei aperti, reggia aperta, negozi con le serrande alzate nonostante i vincoli che un evento simile impongono. A dirlo, per primo, in conferenza stampa è il sindaco Roberto Scanagatti, che torna a dire: «Non è una città blindata». L’aveva già detto alla conferenza stampa di Milano alla fine di febbraio.
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«La presenza di papa Bergoglio a Monza rimarrà nella mente di tutti per sempre – ha detto il primo cittadino – e non solo nelle persone di fede. Io sono convinto che tra le ragioni che per cui è stata scelta Monza c’è anche il valore che questa città e questa provincia sanno tradurre nell’impegno per le persone bisognose. In ogni caso ci stiamo preparando da mesi. E ora siamo pronti».
Pronti vuol dire con un piano sicurezza a dettaglio e un piano viabilità che cerca di portare piuttosto che escludere, nonostante le esigenze.
«Noi vogliamo che tutte le attività siano aperte: i negozi, le biblioteche, i luoghi culturali perché il 25 marzo sia vissuto nel modo migliore possibile. Il moderator curiae di Milano, monsignor Bruno Marinoni, ha ricordato che la scelta di Monza si apre su due orizzonti: uno, il riconoscimento che la diocesi di Milano non si ferma al capoluogo; due, il valore del parco di Monza, in Italia e in Europa, soprattutto sulla scorta dell’enciclica del Papa dedicata all’ambiente. La diocesi ricorda anche che è possibile sostenere la visita pastorale anche con piccole donazioni, sia dal sito web (papamilano2017.com) sia dall’app per smartphone.
«Abbiamo presentato una interpellanza al Padre eterno per il 25 marzo, perché da tradizione porta pioggia: noi, con i nostri copatroni san Gerardo e san Giovanni Battista, che di acqua se ne intendono, abbiamo chiesto che non piova», ha detto monsignor Provasi (anche se potrebbe non bastare visto il meteo). Le parole che premettono all’appello fondamentale della chiesa di Monza ai pellegrini e a tutti i cittadini, perché vivano il giorno della messa la parco soprattutto come un’occasione da leggere «nella chiave dell’accoglienza, in cui interrogarsi sul valore dell’incontro: papa Francesco viene a incontrare» ha insistito l’arciprete di Monza, «e così va vissuto quel giorno».