Monza, c’è un piano da 2 milioni per evitare le esondazioni del Lambro (ma servono i soldi)

C?è un piano per mettere in sicurezza il Lambro a Monza nel tratto urbano contro le esondazioni: ora servono i soldi per finanziare l’intervento.
Monza: protezione civile alle prese con una piena del fiume Lambro
Monza: protezione civile alle prese con una piena del fiume Lambro Fabrizio Radaelli

I progetti per ridurre i rischi di esondazione del Lambro ci sono, o quasi. Quel che manca sono i fondi per avviarli: l’apertura dei cantieri, di conseguenza, è tutt’altro che vicina. Lo ha spiegato lunedì al consiglio comunale il vicesindaco Simone Villa: la Regione, ha affermato, di recente ha annunciato tre piani per sistemare l’alveo nel tratto urbano di Monza.

«Il primo – ha precisato – è in fase più avanzata dato che i tecnici hanno già elaborato il disegno definitivo di rifacimento del letto dalle Grazie Vecchie all’area della Cascinazza» che prevede l’eliminazione delle traverse che interferiscono con il deflusso dell’acqua all’altezza delle Grazie Vecchie, del Mulino Colombo, dell’Oasi di piazza Castello, del Punt del Negher. I lavori, dall’importo di poco più di due milioni di euro, dovrebbero quasi raddoppiare la capacità di deflusso del Lambro e del Lambretto avvicinando la portata ai livelli di sicurezza richiesti da piene poderose che, secondo le stime degli esperti basate sulle rilevazioni storiche, si verificano ogni duecento anni. Il Pirellone è, però, ancora in attesa del parere della Sovrintendenza che ha effettuato alcuni sondaggi archeologici all’Oasi di piazza Castello, il punto in cui dovrebbe essere più elevata la probabilità di imbattersi in reperti antichi.

Il secondo passo è costituito dalla predisposizione di aree di espansione dell’acqua nel Parco di cui si parla da parecchi anni e dalla realizzazione di arginature in terra che, ha notato Villa, avranno un «impatto paesistico molto significativo». Non sarà indifferente nemmeno la spesa visto che l’intervento, fermo allo studio di fattibilità, assorbirà oltre sei milioni di euro.

Sarà ancora più dispendioso il terzo piano, in fase embrionale: lo scavo di vasche di laminazione alla Cascinazza del valore di «alcune decine di milioni di euro».

«Nessun progetto è finanziato – ha proseguito il vicesindaco – la Regione li ha inviati al ministero» nella speranza di ottenere una parte dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. La sistemazione dell’alveo in centro ha le maggiori probabilità di spuntare qualcosa da Roma grazie all’iter più avanzato e il costo inferiore: «Potremmo – ha ipotizzato l’amministratore – vederlo in un futuro prossimo».

La Regione, ha aggiunto, ha attuato parecchi interventi per aumentare la sicurezza idraulica del Lambro a monte di Monza: dalle ristrutturazioni di Pusiano e del Cavo Diotti alle vasche di laminazione a Inverigo e Brenno, quest’ultima non ancora completata.