Sono in arrivo le casette dell’acqua condominiali: inizialmente i distributori saranno installati in non più di dieci complessi residenziali individuati dal Comune nell’ambito di “VerdeAcqua”, un progetto innovativo promosso da Brianzacque e dal municipio per promuovere l’utilizzo consapevole dell’acqua e contenere l’impatto ambientale tramite la riduzione dei rifiuti e dell’energia necessaria al trasporto delle bottiglie in plastica. I residenti dei condomini potranno spillare acqua naturale o frizzante, a temperatura ambiente o refrigerata a prezzi notevolmente inferiori a quelli della minerale.
Il risparmio per le famiglie, affermano il presidente della società pubblica Enrico Boerci e il sindaco Dario Allevi, rappresenta un elemento importante in un momento difficile come l’attuale, segnato dalla crisi economica oltre che dall’emergenza sanitaria. I benefici per l’ambiente, spiega l’assessore Martina Sassoli, deriveranno dalla diminuzione degli imballaggi in plastica e in vetro e dall’abbattimento delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera sprigionate dal trasporto tra i luoghi di produzione, i supermercati e le abitazioni.
L’acqua, pescata dall’acquedotto comunale, sarà costantemente controllata dai laboratori di Brianzacque e dell’Ats e filtrata con un sistema a carboni attivi per eliminare eventuali tracce di odori o sapori sgradevoli: il processo è identico a quello applicato nei circa 160 chioschi installati nelle strade e in edifici pubblici, biblioteche, scuole, impianti sportivi e caserme dei 56 comuni serviti dall’azienda.
La fiducia dei cittadini nell’affidabilità degli erogatori è testimoniata dai dati: nel 2020, nonostante la chiusura per oltre un mese durante il lockdown, i consumi sono aumentati del 20% rispetto al 2019 con 18 milioni di litri spillati a fronte dei 10 dell’anno precedente. L’incremento è stato favorito dalla possibilità di rifornirsi gratuitamente fino al termine dell’emergenza sanitaria.
La pandemia ha provocato anche in Brianza un picco dei consumi di acqua per uso domestico: i 59,665 milioni di metri cubi del 2019 sono diventati 61,454, passando da 185 a 193 litri pro capite al giorno. La quantità, pur notevole, è inferiore alla media nazionale attestata a 220 litri: il balzo è dovuto alla necessità di lavarsi frequentemente le mani imposta dal covid-19 e dall’intensificarsi delle sanificazioni degli ambienti. Di pari passo è sceso da 20,562 a 18,258 milioni di metri cubi l’utilizzo per scopi commerciali e industriali.