Arrestato per possesso di analgesico per il mal di denti. Quelle che, ad una prima occhiata sembravano cocaina e metanfetamina, si sono rivelati in realtà anestetici che un discografico 41enne monzese, residente in pieno centro città, teneva nella propria abitazione in caso di bisogno.
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Eppure quella sostanza polverosa sospetta, nel mese di settembre, gli è costata l’arresto per detenzione di sostanze stupefacenti, al termine di una serata da dimenticare. Accusa dalla quale l’uomo, affermato producer nell’ambiente discografico nazionale e non solo, è stato assolto, difeso in aula dall’avvocato Gianluca Paglino. A metà settembre, il 41enne aveva chiamato il 118 per chiedere l’intervento dei soccorsi. Al telefono, dolorante, aveva detto di essere stato vittima di una aggressione in casa a scopo di rapina.
Ai carabinieri, giunti sul posto, aveva riferito di aver incontrato due individui in casa, e che uno l’aveva improvvisamente aggredito, per mettere a segno una rapina. Sempre stando al suo racconto, gli era stato sottratto del denaro da parte dei malviventi, che se ne erano andati non prima di danneggiare l’abitazione, rompendo mobili e vari oggetti. Nel corso del loro sopralluogo a caccia di eventuali impronte e tracce utili per risalire all’aggressore, i militari avevano non fatto la scoperta: 13 grammi di cocaina e 220 grammi di un’altra sostanza stupefacente, probabilmente metanfetamina.
Almeno così era passata alle cronache la vicenda. Il processo avrebbe sconfessato l’arresto, ma a quel punto per il quarantenne, che era stato trasportato all’ospedale per accertamenti, erano sorti ugualmente i guai, con l’arresto per detenzione di stupefacenti. Nei mesi successivi, le analisi sulla sostanza hanno smentito il primo drug test, che si è rivelato sbagliato. Non era cocaina e non si trattava neanche di cristalli della micidiale mentanfetamina, droga dagli effetti devastanti che sta conoscendo una preoccupante diffusione anche nel mercato locale.
Si tratta in realtà di lidocaina, e di un altro farmaco comunemente usato come anestetico. Il tribunale non ha potuto fare altro che assolvere l’uomo.
La sua battaglia giudiziaria, però, non è finita. D’accordo con l’avvocato Paglino, l’uomo ha deciso di opporsi alla richiesta di archiviazione presentata dalla procura relativamente alle accuse di rapina da lui denunciate e che invece la magistratura inquirente ha ritenuto infondate.