Monza, accordo sul caro nidi comunali: nuove fasce di reddito, aumenti più contenuti

Accordo raggiunto tra l’amministrazione e le famiglie con bambini frequentanti i sette nidi comunali di Monza. Le rette saranno redistribuite su nuove fasce. Con aumenti più contenuti.
Un asilo nido di Monza
Un asilo nido di Monza RADAELLI

Accordo raggiunto tra l’amministrazione e le famiglie con bambini frequentanti i sette nidi comunali di Monza. Le rette saranno redistribuite su nuove fasce. Centocinquanta genitori si sono organizzati e, dopo le proteste estive, hanno raggiunto un accordo con l’amministrazione.

Come spiega Rosario Montalbano, assessore all’Istruzione: «Dopo una serie di incontri abbiamo trovato un punto comune. Abbiamo inserito delle fasce intermedie quindi siamo passati da nove a sedici, sono rimaste invariate la prima e l’ultima, stabilita anche una quota fissa per il pre scuola e il post scuola. I confronti con le sette mamme rappresentanti dell’intero gruppo e anche delle strutture comunali, sono stati numerosi e direi proficui, tutte molto motivate e con la giusta carica femminile che contraddistingue le mamme».

Era stata la giunta ad avere affidato l’incarico a Montalbano di gestire gli incontri e proprio lo scorso venerdì l’assessore ha sottoposto e ottenuto il via libera sull’accordo raggiunto con le famiglie. «In questi giorni gli uffici sono al lavoro per calcolare le rette di ogni singola famiglia così da poter inviare le opportune comunicazioni».

Dopo un mese d’agosto molto caldo, in cui le famiglie hanno usato anche i social network per scambiarsi informazioni, si è giunti a una conclusione con la redistribuzione delle rette, come continua lo stesso assessore: «A fine agosto avevo proposto alle famiglie la redistribuzione per dare maggiore equità e gradualità alle rette, perché questo era uno degli obiettivi condivisi. Proprio le mamme, dopo essersi confrontate tra loro prendendo in considerazione questa soluzione e dopo nuovi incontri tra noi siamo giunti a una proposta definitiva condivisa. Ridurre il gap anche all’interno delle stesse fasce è stato importante. Sia noi che le famiglie faremo dei sacrifici, i genitori si sono resi conto che l’aumento era necessario e abbiamo trovato un punto d’incontro».

«Gli aumenti ci saranno, perché le famiglie conoscono bene il valore e il costo del servizio di cura ai loro piccoli – hanno detto i rappresentanti dei genitori dopo l’accordo – Ma saranno degli aumenti calmierati, che da un lato consentiranno al Comune di poter avere maggiori introiti a copertura dei costi sostenuti, ma dall’altro graveranno meno sulle famiglie e in misura proporzionale. Si parla adesso di aumenti che non superano la percentuale del 30% e che si assestano tra il 9,5% e il 22,2% nelle fasce centrali».

«L’epilogo della vicenda – commenta Stefania Balliana, del comitato delle mamme – è un lieto fine dove la collaborazione tra chi governa e i cittadini ha avuto la meglio. È il risultato di un confronto diretto e trasparente, di una apertura al dialogo. Ed è una storia che dimostra come cittadini e politica possano andare nella stessa direzione, in maniera civile e razionale, senza doversi per forza scontrare».