Dopo cinque anni di lavoro e altrettanti progetti, finalmente è arrivato, inaspettato (ma in fondo molto sperato) il regalo che il Cai di Monza attendeva: la provincia di Trento ha approvato il restyling del rifugio Brentei con un finanziamento a fondo perduto di un milione e 844 mila euro.
«Adesso si comincia veramente – ha commentato entusiasta Enzo Selvagno, socio del Cai monzese e titolare dell’omonimo studio tecnico che ha curato il progetto – Questa impresa è stata una vera e propria cordata che ha coinvolto il nostro studio, il Cai di Monza e il Politecnico di Trento».
Un risultato straordinario, «un’operazione decisamente fuori dal comune per qualunque sezione Cai che vive dei finanziamenti dei soci – ha precisato il presidente del Cai di Monza, Mario Cossa – è qualcosa di ciclopico e meraviglioso».
Ottenuto l’80% dei finanziamenti necessario dalla provincia di Trento, ora spetta alla sezione monzese del Cai reperire il restante 20%. Il cronoprogramma prevede due anni di lavori a partire dal prossimo maggio. Il rifugio nel frattempo non verrà mai chiuso, garantendo così l’accoglienza dei tantissimi visitatori che arrivano a migliaia durante la bella stagione.
I due anni di cantiere diventeranno un documentario prodotto dalla Discordia production. «Filmeremo tutte le fasi dei lavori, raccogliendo interviste e immagini spettacolari – spiega Alessandro Scaglione, business manager della casa di produzione – L’idea è quella di partecipare al Film festival di Trento, per raccontare la storia del nuovo Brentei».
Il progetto, che consentirà di ospitare contemporaneamente 150 persone, permetterà di allungare la stagione: non più da giugno a settembre ma da fine aprile a fine novembre, sfruttando anche l’innalzamento delle temperature che permettono escursioni anche nelle giornate di autunno inoltrato. Il rifugio si trova a 2.200 metri di altitudine, gestito dalla famiglia Leonardi: Luca e Antonella, con i figli ventenni Gabriele e Michele.
Le prime fasi del cantiere serviranno per abbattere le parti che nel corso dei decenni sono state aggiunte al nucleo originario. Inoltre è previsto il rifacimento del rifugio di mezza stagione. Completamente rinnovate anche le cucine e il bivacco invernale che resterà aperto come rifugio di protezione per tutto l’anno. Fiore all’occhiello di questo primo anno di cantiere sarà la realizzazione della sala da pranzo con vetrata panoramica affacciata sulle cime.
«È uno spettacolo commovente, unico nel suo genere», spiega Selvagno. Ed è proprio osservando le straordinarie potenzialità di un luogo simile che il Cai sta pensando di coinvolgere le aziende del territorio trentino perché possano fare da sponsor.
«Ci piacerebbe a fine settembre organizzare un tour al Brentei e accompagnare gli amministratori di Monza insieme a quelli delle Province di Monza e Trento, per mostrare lo stato di avanzamento dei lavori e il risultato di un lavoro corale che siamo certi darà vita a un rifugio bellissimo».
Il rifugio è intitolato a Maria e Alberto Fossati Bellani, si trova a Madonna di Campiglio (Trento), sotto il Crozzon di Brenta, nella zona centrale del gruppo di Brenta, allo sbocco del vallone dei Brentei. A quota 2.182 metri, ha 95 posti letto ed è illuminato con gruppo elettrogeno. Ha una piazzola per elicottero in caso di emergenze ed è aperto da giugno a settembre. Ha bar e ristorante.