Con la questione Ucraina al centro dell’attenzione internazionale a seguito dell’invasione e della guerra scatenata dalla Russia in quella nazione che sta portando morte e distruzione, “Il Cittadino” ha chiesto un parere su quanto sta accadendo al seregnese monsignor Angelo Frigerio, 65 anni, che terminato l’incarico di Vicario Generale Militare di tutte le Forze Armate italiane e promosso col grado di Generale di Corpo d’Armata e Ordinario Militare Onorario, è stato nominato Cappellano in Servizio Canonico esclusivo alla Nato, Rapid Deployale Corps – Corpo d’Armata di reazione rapida – in Italia, al Comando di Milano a palazzo Cusani, ma anche con l’incarico di assistere il Comando Militare Esercito “Lombardia”, il Circolo Ufficiali dell’Esercito, la Caserma Santa Barbara con tutti i reparti presenti e il Centro Militare Ospedaliero , tutti dislocati nel capoluogo regionale.
«Premetto con fermezza, ha esordito monsignor Frigerio, che non è possibile concepire l’invasione di uno Stato Sovrano per paure o sospetti riguardo alla sicurezza dello Stato che si presiede, né per ragioni pretestuose di altro genere» .
Lei ha fatto parte della delegazione per la fondazione dell’Ordinariato Militare Ortodosso in Russia?
«Si, in qualità di Segretario Generale dell’Ordinariato Militare per l’Italia: una delegazione, guidata dall’allora Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia monsignor Giuseppe Mani, che si è recata in Russia nel giugno del 1999 per incontrare il primo Vescovo Ordinario Militare Ortodosso russo monsignor Sava. In seguito allo scioglimento dell’Unione Sovietica, avvenuta nel 1991, da parte russa c’era la richiesta di incontrare una delegazione ecclesiastica qualificata italiana in grado di “aiutare”, con la testimonianza giuridica e l’esperienza pastorale italiana, ad approfondire le vie percorribili per costituire l’Ordinariato Militare Ortodosso russo. E’ il paradosso della vita di tutti i cristiani, chiamati ad essere fedeli nel Signore Gesù e, al tempo stesso, tenuti ad appartenere ad uno stato che si organizza autonomamente con le sue leggi i suoi decreti . I cristiani, purtroppo, non hanno saputo, nella storia mondiale sino ad oggi, promuovere e convincere i governanti “di turno” che “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”! come disse Papa Pio XII in un radiomessaggio rivolto ai governanti del tempo – 24 agosto del 1939 – all’“alba” della II guerra mondiale».
Che pensiero circola nell’ambiente Nato a Milano per la sorte dell’Ucraina?
«Come sacerdote, assistente spirituale del personale militare della rappresentanza del comando Nato a Milano e dei reparti collegati, constato quotidianamente grande sensibilità umana di fronte a ciò che sta accadendo insieme a grande professionalità nell’analisi della situazione. La preoccupazione è evidente e d’obbligo da parte di coloro che hanno il compito di operare a salvaguardia della pace, da angolature prettamente militari e secondo regole comportamentali internazionali che dovrebbero vincolare tutti gli Stati del mondo. Personalmente sto accompagnando, come sacerdote, un fratello cristiano, che sarà inviato, in un prossimo futuro, presso le Forze Nato del Nord-Est Europa, lui con la sua famiglia e con i suoi collaboratori, affinché con il suo servizio intelligente, corretto e generoso possa contribuire ad affermare quei principi e quei valori di verità e libertà che noi cristiani tutti desideriamo condividere con l’umanità intera».
Una guerra inutile e creata solo per una questione di egemonia e di denaro e non di difesa come dovrebbe essere?
« Si uccide in Ucraina! Espressione molto dura, ma dobbiamo abituarci a chiamare la realtà della vita con il loro nome ricordando che il nostro linguaggio non è “nulla” rispetto alla terribile e insopportabile sofferenza a cui il popolo ucraino è stato sottoposto suo malgrado. Condizione, per altro, che coinvolge necessariamente anche molti militari russi e, di riflesso, le loro famiglie. Le forze armate della repubblica di Russia hanno invaso la Repubblica di Ucraina con l’intento manifestato pubblicamente dal presidente Putin di “denazificare” e di smilitarizzare” l’Ucraina per salvaguardare la sicurezza della Russia. E in quella nazione si muore ad ogni livello . Militari russi invasori, militari ucraini impegnati nella difesa del proprio paese, civili ucraini di ogni età e ovunque nelle zone di invasione. Alcuni scenari sembrano riproporre danni smisurati e devastanti conseguenti ai bombardamenti “strategici” avvenuti della seconda guerra mondiale. Si comincia col pretesto di bombardare siti militari e poi ci si allarga a bombardare centri cittadini abitati senza esclusione di alcun ambito civile. Con la convinzione in cuore che l’invasione non è corretta da nessun punto di vista, siamo chiamati tutti a mobilitare le “armi” della prudenza, della pazienza e della fortezza»