Il tesoro in contanti – 15 milioni di euro – custodito in una trentina di scatole nascoste dietro una falsa parete di casa. Il più grande sequestro giudiziario in contanti mai realizzato, quello messo a segno nei giorni scorsi dagli agenti della Squadra Mobile di Milano nell’appartamento milanese di Massimiliano Cauchi, 46 anni, narcotrafficante legato in passato a Marco Bernini, il 53enne condannato a 16 anni – pena che sta scontando nel suo domicilio di Brugherio – per importazione via mare di tonnellate di hashish dal Marocco alle coste liguri e toscane.
La loro è la banda che organizzava la spedizioni a bordo di yacht e catamarani, e jeep pronte al trasporto via terra della droga verso Milano. I loro guai partono da Bologna, dove polizia e autorità giudiziaria avevano scoperto i loro traffici illeciti. All’inizio dello scorso dicembre, la magistratura antimafia aveva messo a segno un maxisequestro nei confronti di Bernini, la cui dimora era stata individuata dagli inquirenti a Brugherio, anche se la residenza formale era in provincia di Bergamo. Undici immobili, tra appartamenti e terreni sparsi in Brianza e in provincia di Bergamo, tre automezzi, e vari conti correnti, riferibili allo stesso Bernini.
Ma è nei giorni scorsi, che gli investigatori hanno messo a segno un sequestro incredibile, ai danni del “socio” di Bernini. Nell’abitazione di via Casoretto di Cauchi, la Mobile ha trovato l’incredibile mole di denaro contante, degna di quelle ritrovate ai narcos messicani, dietro a un intercapedine ricavata appositamente per nascondere il tesoro: 15 milioni di euro in banconote di vario taglio, segno che il traffico di droga resta il “motore” dell’economia criminale. Oltre al 46enne, riportato in carcere dagli arresti domiciliari, sono finiti nei guai anche il padre e il muratore di fiducia.